N. 34 - L'economia delle MarcheAggiornamento congiunturale

Nel corso del 2013 la fase ciclica nelle Marche è rimasta sfavorevole. La domanda interna si è ulteriormente indebolita, mentre quella estera ha continuato a fornire un contributo positivo. La produzione industriale è scesa, soprattutto nei comparti dei beni di consumo durevole per le famiglie, come elettrodomestici e mobili; nel settore calzaturiero l'attività è invece rimasta stabile, sostenuta dal buon andamento delle esportazioni dirette al di fuori dell'Unione Europea. Secondo il sondaggio condotto dalla Banca d'Italia all'inizio dell'autunno, la flessione degli ordini è proseguita nel terzo trimestre dell'anno, seppure attenuandosi. Nelle Marche, dove la crisi che si è avviata nel 2008 ha inciso più in profondità che nel resto d'Italia, anche l'uscita dalla fase recessiva, che pure si intravvede, si profila più lenta. Il miglioramento del clima di fiducia delle imprese, infatti, è meno diffuso: le aziende che si attendono nei prossimi mesi un aumento degli ordini e della produzione eguagliano quelle che segnalano una diminuzione, mentre nel paese il saldo è positivo.

Tra i settori, le difficoltà permangono gravi per l'edilizia: nel primo semestre sono ancora scese la produzione e le transazioni immobiliari. Soprattutto il commercio risente della riduzione della spesa delle famiglie e delle difficili condizioni del mercato del lavoro.

L'occupazione è diminuita nella media del primo semestre, più che nell'intero paese. Il numero di persone in cerca di occupazione è aumentato di quasi un terzo; con un'offerta di lavoro rimasta pressoché invariata, l'incremento dei disoccupati è riconducibile soprattutto a chi era precedentemente occupato e ha perso il lavoro. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato ancora ampio: gli interventi della Cassa integrazione guadagni ordinaria sono quasi raddoppiati.

Nel primo semestre del 2013 il credito concesso da banche e società finanziarie alla clientela marchigiana ha continuato a ridursi. Il calo è stato più intenso per i prestiti alle imprese, nel confronto con quelli alle famiglie. Alla debolezza della domanda, specie quella per investimenti, si sono ancora associate tensioni dal lato dell'offerta, soprattutto per effetto del peggioramento del rischio di credito dovuto al prolungarsi della recessione. Nel corso della crisi iniziata nel 2008 il tasso di ingresso in sofferenza si è mantenuto nelle Marche sempre superiore alla media nazionale, raggiungendo un picco a giugno 2013, specie per i crediti all'edilizia. La raccolta bancaria al dettaglio presso la clientela regionale ha continuato a espandersi.

Testo della pubblicazione