N. 28 - L'economia del VenetoAggiornamento congiunturale

Nel primo semestre del 2013 è proseguita la fase recessiva dell'economia regionale, gravata dalla debolezza della domanda interna e dal rallentamento del commercio mondiale. La produzione industriale è calata, sebbene a ritmi meno intensi del 2012. Le condizioni nel settore delle costruzioni sono rimaste critiche, con un'ulteriore diminuzione dei livelli produttivi. Tra le attività terziarie, le vendite al dettaglio nel comparto del commercio sono calate mentre i trasporti e il turismo hanno registrato un andamento più favorevole solo per la componente connessa con la domanda internazionale.

Nel terzo trimestre la diminuzione dell'attività produttiva si è attenuata e sono emersi alcuni segnali di stabilizzazione della fase congiunturale. Dall'estate le aspettative delle imprese industriali sull'evoluzione degli ordini sono migliorate, specialmente con riferimento alle vendite all'estero; permane tuttavia un'elevata incertezza che, congiunta al basso grado di utilizzo degli impianti e alla perdurante selettività delle condizioni di offerta di credito, ha scoraggiato l'attività d'investimento.

Il prolungarsi della fase negativa ha determinato un calo dell'occupazione dipendente; gli orari effettivi di lavoro hanno risentito dell'aumento della cassa integrazione e del lavoro parttime oltre che della riduzione degli straordinari. Il tasso di disoccupazione è aumentato; tra i giovani la disoccupazione è però diminuita, grazie a una loro maggior partecipazione a percorsi formativi e d'istruzione, mantenendosi comunque su livelli storicamente elevati.

I finanziamenti bancari a imprese e famiglie hanno continuato a diminuire, condizionati dalla recessione economica e da criteri di offerta ancora selettivi. Per le imprese le condizioni di accesso al credito hanno risentito, in particolare, dell'ulteriore deterioramento della qualità dei finanziamenti in essere che ha contribuito a mantenere elevati gli spread applicati alle impresse più rischiose. I tassi di interesse mediamente applicati sui crediti a breve termine sono rimasti pressoché invariati. La domanda di finanziamenti da parte delle famiglie è rimasta debole, condizionata dall'incerto quadro congiunturale; le nuove erogazioni di mutui per l'acquisto della casa sono ulteriormente diminuite. La raccolta bancaria al dettaglio ha rallentato la crescita, anche in seguito alla diminuzione dei rendimenti offerti, in particolare sulle obbligazioni bancarie.

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