N. 15 - L'economia del MoliseRapporto annuale

Nel 2012 le prospettive dell'economia globale sono peggiorate. Nell'area dell'euro la fase recessiva si è acuita, interessando con maggiore intensità il nostro Paese. Le stime di Prometeia hanno indicato per il Molise una diminuzione del prodotto del 3,1 per cento, più accentuata rispetto al Mezzogiorno.

Il persistente ridimensionamento dell'attività economica, che ha riguardato tutti i settori produttivi, ha messo in luce le difficoltà competitive dell'economia molisana frenata da carenze infrastrutturali, da una scarsa capacità di innovazione e da una limitata apertura ai mercati esteri.
L'attività industriale ha registrato un calo, attestandosi su livelli ampiamente inferiori a quelli raggiunti prima dell'insorgere della crisi. Un andamento relativamente peggiore ha caratterizzato le imprese orientate unicamente al mercato interno. Nel settore alimentare, all'espansione del comparto pastario si sono contrapposte le difficoltà strutturali delle imprese a partecipazione pubblica.

Le esportazioni si sono ridotte, in controtendenza rispetto alla dinamica nazionale. Tra il 2007 e il 2012 le vendite all'estero a prezzi correnti sono diminuite di oltre il 40 per cento.

Al ridimensionamento del processo di accumulazione di capitale delle imprese industriali si è accompagnato un drastico calo degli investimenti in abitazioni e di quelli in opere pubbliche, ostacolati, rispettivamente, dalle minori disponibilità reddituali delle famiglie e dagli stringenti vincoli di bilancio delle amministrazioni locali. Rispetto ai livelli raggiunti prima della fase recessiva, anche a causa del calo delle quotazioni degli immobili in termini reali, la redditività delle imprese del settore delle costruzioni si è notevolmente ridotta fino ad assumere valori negativi.

L'occupazione è lievemente diminuita rispetto all'anno precedente. Al netto calo degli occupati dell'industria, soltanto in parte mitigato da un elevato ricorso agli ammortizzatori sociali, si è contrapposto l'incremento del numero di addetti del settore dei servizi. Anche per effetto dell'aumento dell'offerta di lavoro, il tasso di disoccupazione è cresciuto, raggiungendo per i più giovani valori prossimi a quelli riscontrati nelle altre regioni del Mezzogiorno.

Nell'ultimo quinquennio, la retribuzione media dei lavoratori molisani è risultata inferiore a quella nazionale, ma più elevata rispetto alle altre regioni meridionali; il livello medio delle retribuzioni è sostenuto in regione dalla bassa incidenza di donne e lavoratori stranieri, che si caratterizzano per retribuzioni inferiori alla media.

Nel corso del 2012 il credito all'economia molisana è diminuito. Alla contrazione dei finanziamenti alle imprese si è affiancata la stagnazione di quelli alle famiglie. Le tendenze più recenti rilevate nei primi mesi dell'anno segnalano un ulteriore peggioramento, con una riduzione del credito concesso anche alle famiglie.

La prolungata fase recessiva dell'economia regionale ha inciso sia sulla domanda di finanziamenti, sia sulle condizioni di offerta degli intermediari. Il calo della domanda ha riguardato le imprese di tutti i comparti produttivi e ha interessato la realizzazione di investimenti e, nell'ultimo anno, la copertura del capitale di funzionamento. L'accresciuta rischiosità delle imprese, in parte connessa con la crisi di specifici settori dell'economia regionale, ha inoltre contribuito al restringimento dell'offerta di credito, prevalentemente attraverso un innalzamento dei tassi di interesse.

La flessione del reddito disponibile e le incerte prospettive occupazionali hanno indebolito la domanda delle famiglie relativa ai mutui per l'acquisto delle abitazioni; l'inasprimento delle condizioni di offerta dei finanziamenti bancari si è concretizzato in un ulteriore aumento dei tassi di interesse.

La qualità del credito è notevolmente peggiorata. Sull'incremento del flusso di nuove sofferenze ha inciso soprattutto il deterioramento dei finanziamenti concessi alle imprese. Seppure in misura minore, anche gli indicatori relativi alle famiglie evidenziano segni di difficoltà nel rimborso del debito.

Le politiche di bilancio delle Amministrazioni locali continuano a essere condizionate dall'esigenza di contenere la dinamica della spesa. Per il terzo anno consecutivo, il disequilibrio dei conti sanitari ha obbligato la Regione Molise a utilizzare la leva fiscale oltre i livelli massimi praticati dalle altre regioni a statuto ordinario.

In un contesto caratterizzato da una marcata contrazione del PIL e dall'esigenza di una gestione oculata della spesa pubblica, un efficace utilizzo dei fondi strutturali delle politiche di coesione destinati alla nostra regione potrebbe contribuire a mitigare gli effetti della crisi economica sul tessuto imprenditoriale locale, rilanciando le prospettive di crescita dell'economia.

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