N. 9 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nel 2011, a partire dalla seconda metà dell'anno, si sono manifestate forti tensioni sui mercati finanziari, in connessione con le preoccupazioni circa la sostenibilità delle finanze pubbliche di alcuni paesi dell'area dell'euro. Le tensioni si sono riflesse sui rendimenti dei titoli di Stato italiani, comportando la necessità di ripetute correzioni di finanza pubblica. A queste difficoltà si sono associati un complessivo peggio-ramento del clima economico, con il rallentamento dell'attività produttiva quando ancora non erano stati recuperati i livelli pre-crisi, e la revisione al ribasso delle previsioni macroeconomiche. È aumentata l'incertezza delle imprese circa l'evolvere delle condizioni del mercato. Risentendo di questo contesto, anche la Liguria - che già nel 2010 e nella prima parte dello scorso anno aveva partecipato in misura contenuta alla ripresa dell'economia nazionale - ha mostrato un nuovo rallentamento.

Nella prima parte dell'anno l'attività del comparto industriale ligure ha conosciuto una modesta crescita, trainata prevalentemente dalla domanda estera. Nel secondo semestre, tuttavia, la diminuzione degli ordinativi è tornata a influire negativamente su produzione e fatturato. Nel complesso del 2011 l'attività produttiva è stata sostenuta dai comparti della metalmeccanica, dell'elettronica e delle telecomunicazioni; settori quali la cantieristica navale e i materiali da costruzione hanno continuato invece a incontrare profonde difficoltà. In presenza di una diffusa incertezza circa le pro-spettive di mercato, la spesa per investimenti ha ristagnato.

È proseguita la prolungata fase di debolezza del comparto delle costruzioni. Nell'edilizia residenziale gli investimenti sono diminuiti, in particolare per i nuovi edifici. Sono lievemente calati anche le compravendite e i prezzi degli immobili in termini reali. La fase progettuale di alcuni lavori pubblici ha registrato avanzamenti, pur in un quadro connotato da numerosi elementi di difficoltà, anche di carattere finanziario. Sono proseguiti i lavori in corso sulla rete ferroviaria e nelle aree portuali.

Il movimento mercantile presso gli scali liguri è leggermente diminuito, ma è cresciuto il traffico di container, che ha beneficiato dell'espansione della domanda internazionale di trasporto di prodotti manifatturieri. L'aumento è stato però inferiore alla media degli scali del Mediterraneo occidentale, e soprattutto a quella del Nord Europa. Il livello dei noli ha continuato a diminuire, a causa del perdurante eccesso di capacità di carico esistente a livello mondiale.

Il settore commerciale ha registrato un calo nelle vendite di beni durevoli, risentendo dell'ulteriore contrazione del reddito disponibile delle famiglie, colpite anche dagli eventi alluvionali del periodo autunnale. Le strutture ricettive hanno invece beneficiato di un incremento delle giornate di soggiorno dei turisti, in particolare di quelli di provenienza estera.

Nella media dell'anno il numero degli occupati è lievemente cresciuto e si è marginalmente ridotto il tasso di disoccupazione; tali dinamiche si sono concentrate nel primo semestre, mentre nella seconda parte dell'anno il numero degli addetti ha ristagnato. L'occupazione continua a essere significativamente minore nelle fasce giovani della popolazione, il cui contributo è diminuito in misura rilevante nel periodo della crisi. Diversamente da quanto registrato nel Paese, le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono ulteriormente aumentate, per effetto dell'incremento degli interventi straordinari nel settore manifatturiero.

I prestiti bancari a residenti in Liguria sono aumentati a un ritmo contenuto e mediamente inferiore a quello dell'anno precedente. La domanda di credito delle imprese è rimasta debole, in connessione con la ridotta attività di investimento in capitale fisico. Hanno invece agito in senso moderatamente espansivo le esigenze di ristrutturazione del debito e il finanziamento del capitale circolante, legato all'allungamento dei tempi medi di riscossione dei crediti commerciali. Il rallentamento dei prestiti alle famiglie consumatrici, in larga parte rappresentati da mutui immobiliari, ha risentito della contrazione del reddito disponibile e delle incerte prospettive occupazionali.

I tassi medi praticati sui finanziamenti bancari sono aumentati, specialmente nella componente a medio e a lungo termine, riflettendo anche le difficoltà di raccolta delle banche sui mercati all'ingrosso derivanti dalle tensioni sui debiti sovrani.

Nel settore produttivo, l'emersione di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti ha decelerato; tuttavia, le posizioni che presentano difficoltà di rimborso, in leggero aumento, sono rimaste su livelli storicamente elevati.

A partire dal secondo semestre, i depositi bancari delle famiglie e delle imprese liguri hanno ripreso ad aumentare, seppure a ritmi contenuti. Il valore dei titoli detenuti dalle famiglie presso le banche è diminuito, principalmente per effetto della flessione dei corsi di mercato; si è innalzata la quota di portafoglio investita in titoli di Stato e obbligazioni di banche italiane, a scapito degli altri strumenti finanziari (azioni, fondi comuni e altre obbligazioni).

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