N. 21 - L'economia della SardegnaRapporto annuale

Nel 2010 l'economia della Sardegna ha ristagnato sui livelli simili a quelli toccati nell'anno precedente; in base alle prime indicazioni il prodotto interno lordo sarebbe cresciuto debolmente, dopo la flessione registrata nel 2009 (-3,6 per cento in base ai dati dell'Istat).
Dopo il rilevante calo dei livelli produttivi del biennio 2008-09, l'attività nell'industria ha mostrato una parziale e ancora debole ripresa. Le crisi aziendali registrate nella grande industria di base, con la fermata di rilevanti quote di produzione e l'indebolimento dell'attività dell'indotto, hanno accresciuto la strutturale fragilità dell'industria regionale e reso urgente l'aumento della capacità innovativa delle imprese. In presenza di una domanda interna ancora debole, gli effetti positivi provenienti dalla ripresa degli scambi mondiali, iniziata nella seconda parte del 2009 e proseguita per tutto il 2010, sono risultati modesti, in connessione con il limitato grado di apertura verso l'estero dell'economia della regione.
È proseguito il calo dell'attività nelle costruzioni, soprattutto nel comparto dell'edilizia residenziale; si è osservata una ripresa degli investimenti in opere pubbliche. Le imprese dei servizi, che hanno risentito della crisi con ritardo e in misura meno accentuata rispetto quelle degli altri comparti, continuano a soffrire della debolezza della domanda per consumi da parte delle famiglie.
Sul mercato del lavoro perdurano condizioni ancora in parte depresse, che sono tuttavia migliorate nell'ultima parte dell'anno; l'evoluzione è rimasta negativa per gli uomini, mentre per la componente femminile si è registrato un netto miglioramento. Complessivamente la caduta dell'occupazione si è arrestata; è proseguita, seppur lievemente, la crescita del tasso di disoccupazione, per l'ulteriore aumento del numero delle persone che cercano un nuovo impiego. Anche lo scorso anno il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ha consentito di mitigare gli effetti della recessione.
La dinamica del credito bancario ha risentito della debole congiuntura. I finanziamenti concessi alla clientela residente in Sardegna hanno continuato a rallentare; alla fine dell'anno l'incremento é stato pari a circa la metà rispetto al dato nazionale. Il ritmo di espansione del credito erogato dalle banche alle famiglie si è lievemente intensificato, a seguito della moderata ripresa dei mutui per l'acquisto di abitazioni. L'andamento del credito al consumo ha risentito della decelerazione dei finanziamenti concessi dalle società finanziarie.
I prestiti al settore produttivo hanno ristagnato, a causa della sostanziale invarianza di quelli alle imprese medie e grandi e del lieve calo di quelli concessi agli operatori di piccole dimensioni; pesano la modesta entità della ripresa e l'incertezza sulle attese di crescita futura. Tra i settori produttivi, i finanziamenti all'industria manifatturiera si sono significativamente ridotti; il credito al settore delle costruzioni ha sensibilmente decelerato, mentre nei servizi ha continuato a crescere debolmente.
Sulla base dell'indagine semestrale condotta dalla Banca d'Italia presso gli intermediari (Regional Bank Lending Survey) sarebbe aumentata la domanda di finanziamenti delle imprese per l'esigenza di ristrutturare le posizioni debitorie in essere. Dal lato dell'offerta, le banche hanno segnalato un lieve irrigidimento dei criteri di erogazione del credito nella seconda parte del 2010; l'atteggiamento si confermerebbe prudente anche nei primi mesi dell'anno in corso.
I tassi d'interesse praticati sui prestiti alla clientela regionale si sono confermati su livelli storicamente contenuti; nell'ultima parte dell'anno il costo del credito è tornato a crescere.
La recente recessione ha determinato un deterioramento della qualità del credito, con riferimento a tutti i gradi di anomalia delle posizioni debitorie. Nel 2010, tuttavia, il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è leggermente diminuito, sia per le imprese sia per le famiglie. Il rapporto tra i finanziamenti nei confronti della clientela giudicata in temporanea difficoltà e i prestiti è rimasto invariato.
La raccolta bancaria in regione si è contratta, principalmente per effetto della riduzione dei depositi delle famiglie. Nel 2010 i titoli a custodia detenuti presso le banche dalla clientela residente sono diminuiti; la forte espansione del valore dei titoli di Stato e delle quote degli Organismi di investimento collettivo non è stata sufficiente a compensare la riduzione registrata negli altri comparti d'investimento, in particolare in quelli azionario e obbligazionario.
Il grado di concentrazione del mercato del credito regionale, in diminuzione rispetto all'inizio del decennio, si è confermato su un livello superiore a quello medio nazionale.

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