N. 18 - L'economia della BasilicataRapporto annuale

L'attività economica in Italia ha mostrato segni di ripresa sin dall'estate del 2009. La crescita, trainata dalla domanda estera, è rimasta tuttavia debole per l'intero 2010. Le previsioni per il 2011 e il 2012 indicano un'espansione contenuta del PIL, intorno all'1 per cento.
Nel 2010, l'economia della Basilicata ha mostrato ancora andamenti recessivi. Secondo le stime della Svimez, il prodotto interno lordo sarebbe calato di più di un punto percentuale, dopo la forte caduta dell'anno precedente. La produzione industriale, secondo l'indagine Unioncamere, ha registrato un ulteriore pesante calo. Vi ha contribuito il venir meno degli incentivi concessi al settore dell'auto, che avevano sostenuto l'attività economica nel 2009. Ne hanno risentito anche le esportazioni, per quasi due terzi rappresentate da vendite all'estero di autoveicoli. Tra le regioni italiane, la Basilicata è l'unica in cui si è avuta nel 2010 una contrazione delle esportazioni. L'andamento particolarmente sfavorevole delle esportazioni lucane ha risentito anche dello scarso orientamento delle vendite verso i mercati dei maggiori paesi emergenti (Brasile, Russia, India e Cina).

Nel settore dei servizi si è registrata una contrazione nel comparto del commercio al dettaglio. Le presenze turistiche, nonostante la forte espansione per la città di Matera, hanno ristagnato.

La pressoché generalizzata contrazione dell'attività economica si è riflessa nell'andamento dell'occupazione. Nel 2010 il numero di occupati è diminuito di oltre 5.400 unità; nel complesso del biennio 2009-2010, il calo è stato di 10.600 unità (pari al 5,7 per cento). La flessione è stata più intensa sia rispetto a quella registrata in Italia, sia rispetto a quella relativa al Mezzogiorno.
La disoccupazione giovanile è aumentata. Vi ha corrisposto un aumento dell'incidenza dei giovani che né hanno un'occupazione, né svolgono un'attività di studio o formazione (i cosiddetti NEET: Not in Education, Employment or Training). Nel 2010, i NEET sono aumentati di oltre 6.000 unità. La crescita è stata più marcata sia rispetto alla media italiana, sia rispetto al Mezzogiorno. È aumentato anche il numero di famiglie in cui nessun componente lavora. Nostre stime mostrano che in Basilicata la quota di questa tipologia di famiglie è salita dal 15,5 del 2007 al 20,2 per cento nel 2010, un incremento più ampio rispetto alla media del Mezzogiorno e del Paese. Si può stimare che la probabilità che un disoccupato trovi lavoro entro un anno si è notevolmente ridotta a seguito della crisi economica: sarebbe passata da quasi il 30 per cento del 2007 a poco più del 20 per cento del 2010.

Nel 2010 i prestiti bancari hanno accelerato. Alla crescita del credito (3,3 per cento) hanno contribuito in larga parte i finanziamenti alle famiglie, aumentati del 6,9 per cento, a fronte di una crescita più contenuta di quelli alle imprese (2,4). L'espansione è stata meno intensa per le imprese con meno di 20 addetti. Le imprese del comparto manifatturiero continuano a registrare una contrazione del credito, sebbene meno marcata rispetto al 2009. Rallentano, sebbene continuino a espandersi, i finanziamenti alle imprese di costruzioni. Per le imprese dei servizi si registra una lieve accelerazione.

Secondo l'indagine condotta dalla Filiale della Banca d'Italia di Potenza su un campione rappresentativo di responsabili di sportelli bancari operanti in Basilicata, l'espansione della domanda di prestiti da parte delle imprese è attesa in rallentamento nel primo semestre del 2011, tranne che nel comparto dei servizi. La domanda di mutui per acquisto abitazioni tenderebbe invece ad accelerare nella prima parte dell'anno in corso, a fronte di un rallentamento di quella per il credito al consumo. Permarrebbero, sebbene in attenuazione, le tendenze restrittive dell'offerta di credito.
I tassi d'interesse sui prestiti a breve termine alle imprese, dopo la forte riduzione registrata nel 2009 (di 2,8 punti percentuali), sono lievemente aumentati nel 2010. Quelli relativi ai prestiti a medio e a lungo termine sono invece calati di oltre mezzo punto percentuale. Il TAEG applicato alle famiglie per i prestiti destinati al finanziamento dell'acquisto di abitazioni si è lievemente ridotto ed è calato il differenziale tra tassi applicati a contratti di mutuo a tasso fisso e quelli a tasso variabile (1,6 per cento), pur rimanendo su valori nettamente più elevati rispetto a quanto registrato prima dell'avvio della crisi.
Nel 2010 l'incidenza delle nuove sofferenze rettificate sui prestiti è stata pari al 2,0 per cento, in lieve calo rispetto all'anno precedente. Il lieve miglioramento della qualità del credito ha interessato sia le famiglie sia le imprese. Per queste ultime, tuttavia, l'indicatore rimane su valori ancora notevolmente superiori a quelli registrati prima dell'avvio della crisi.

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