N. 8 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nella fase più acuta della crisi internazionale, la caduta dell'attività economica in Liguria è stata meno marcata della media nazionale: il peso dei servizi privati e pubblici, la ridotta propensione all'export, la rilevanza delle produzioni su commessa pluriennale e l'elevata anzianità media della popolazione hanno ritardato la sensibilità al ciclo dell'economia locale. Nel 2010 questi stessi fattori hanno tuttavia ostacolato l'aggancio della regione alla ripresa economica, contribuendo a una crescita più modesta e incerta rispetto al paese; secondo le informazioni disponibili, tale andamento è proseguito nei primi mesi dell'anno in corso.

Nell'industria i livelli della produzione e degli ordinativi hanno proseguito nella lenta ripresa avviata dal secondo semestre del 2009, rimanendo comunque contenuti nel confronto storico. La dinamica produttiva è stata sostenuta dai settori ad alta tecnologia e da alcuni segmenti della metalmeccanica; comparti quali la cantieristica e l'impiantistica hanno invece risentito dell'esaurirsi di diverse importanti commesse. Ne è derivata altresì una sensibile decelerazione delle esportazioni, in controtendenza rispetto al paese. Il fatturato delle imprese industriali è lievemente aumentato in termini nominali, così come la spesa per investimenti.

Nel comparto delle costruzioni l'attività è rimasta debole. L'edilizia residenziale ha continuato a trovare sostegno nelle ristrutturazioni; i prezzi degli immobili non hanno mostrato variazioni di rilievo. Alcuni lavori pubblici sono stati avviati, per altri la fase progettuale ha registrato avanzamenti; l'avvio delle maggiori opere infrastrutturali, finora solo parzialmente finanziate, continua tuttavia a soggiacere a ostacoli e incertezze.

I trasporti marittimi, più legati alla congiuntura internazionale che a quella regionale, hanno beneficiato di una consistente crescita del movimento complessivo e in particolare di quello di container, che ha recuperato la contrazione dell'anno precedente. La ripresa dei noli è stata soltanto parziale, a causa della perdurante ampia disponibilità di carico. È aumentato anche il traffico di passeggeri, grazie alle crociere.

Nel settore commerciale le vendite al dettaglio hanno continuato a diminuire, risentendo della contrazione del reddito disponibile delle famiglie; la flessione si è concentrata nella piccola distribuzione tradizionale e nel segmento dei beni durevoli. Le giornate trascorse dai turisti presso le strutture ricettive liguri sono diminuite, in linea con il biennio precedente.

Anche sul mercato del lavoro gli effetti più intensi della crisi si sono manifestati con ritardo rispetto al paese. Nel 2010 il numero degli occupati si è ridotto in misura più consistente rispetto all'anno precedente, e l'incremento delle persone in cerca di occupazione si è fatto più marcato. Come già nel 2009, la flessione occupazionale ha colpito in primo luogo la componente giovanile, che si è contratta sensibilmente, contribuendo quasi per intero alla diminuzione dei posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è cresciuto, tornando a superare la media delle regioni nordoccidentali. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono ulteriormente aumentate, per effetto dell'incremento degli interventi in deroga che ha più che compensato la flessione di quelli ordinari e straordinari.

I finanziamenti bancari alle imprese sono tornati a crescere, in particolare nella componente a medio e a lungo termine. Vi hanno contribuito l'esigenza di rimodulazione di posizioni debitorie e la necessità di finanziamento del circolante, anche a seguito del prolungarsi dei termini di pagamento commerciale. I prestiti alle famiglie consumatrici hanno continuato ad aumentare, sospinti principalmente dalla domanda di mutui immobiliari. I tassi praticati sui finanziamenti sono risultati stabili nella componente a breve, in lieve aumento in quella a medio e a lungo termine.
Nel settore produttivo l'emersione di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti ha accelerato, pur rimanendo più contenuta rispetto alla media nazionale; le partite incagliate sono sensibilmente aumentate.

La raccolta di depositi effettuata dal sistema bancario nella regione si è ridotta, sia per le famiglie sia per le imprese. I titoli a custodia e amministrazione presso le banche sono diminuiti; per le obbligazioni (sia bancarie sia corporate) e per i titoli di Stato ciò è principalmente ascrivibile alla flessione dei valori di mercato. Sono invece cresciute le quote di fondi comuni di investimento e le gestioni patrimoniali, che hanno beneficiato di una ripresa delle quotazioni.

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