N. 91 - L'economia del Friuli-Venezia GiuliaAggiornamento congiunturale

Nella prima metà del 2010 i segnali di ripresa manifestatisi nel semestre precedente si sono rafforzati: la produzione e le vendite di beni industriali in Friuli Venezia Giulia sono aumentate rispettivamente di oltre l’8 e l’11 per cento, rimanendo tuttavia al di sotto dei livelli precedenti la crisi. L’aumento delle vendite ha riguardato in maggiore misura la componente estera rispetto a quella interna. Le aspettative degli operatori economici sono improntate a una prosecuzione della ripresa. I programmi per l’anno in corso sugli investimenti fissi lordi, che scontavano una riduzione della spesa rispetto al 2009 di quasi il 24 per cento, sono stati parzialmente rivisti al rialzo. Al lieve aumento del tasso di disoccupazione, al 5,6 per cento, si è accompagnato un ulteriore massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali da parte del settore industriale, con un peso crescente degli interventi straordinari. Il miglioramento delle condizioni congiunturali si è riflesso sul credito bancario, che nei dodici mesi terminanti a giugno del 2010 è rimasto stabile, dopo tre trimestri consecutivi di riduzione. Il fabbisogno finanziario delle imprese, pur beneficiando di un maggiore autofinanziamento, ha risentito delle esigenze connesse al capitale circolante, dato l’ulteriore allungarsi dei tempi di riscossione del portafoglio commerciale. I prestiti alle famiglie hanno proseguito a crescere, grazie alla ripresa dei mutui per acquisto di abitazioni. La qualità del credito alle famiglie, definita dalle nuove sofferenze rettificate in rapporto agli impieghi vivi di inizio periodo, si è mantenuta elevata; gli ingressi in  sofferenza relativi alle imprese, sebbene in calo, sono rimasti superiori ai flussi registrati prima della crisi.

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