N. 63 - L'economia della SardegnaRapporto annuale

Nel 2009 la fase recessiva dell'economia regionale iniziata nell'anno precedente si è fortemente aggravata, in connessione con il dispiegarsi nel Paese degli effetti della crisi economico-finanziaria mondiale. In base ai dati resi disponibili dalla Svimez si è accentuata la contrazione del prodotto interno lordo: la variazione negativa è stata pari al 4,3 per cento (-1,6 per cento nel 2008), un valore lievemente inferiore a quello registrato a livello nazionale. Al peggioramento del quadro congiunturale hanno contribuito principalmente i risultati del settore industriale e di quello delle costruzioni; le condizioni sul mercato del lavoro si sono progressivamente deteriorate.

I segnali di recupero osservati a livello nazionale all'inizio del 2010 rimangono in Sardegna particolarmente deboli: le prospettive risultano caratterizzate da un elevato grado di incertezza.

Nel 2009 si è accentuata la debolezza della domanda interna; il livello degli ordinativi esteri è drasticamente diminuito. La produzione industriale si è significativamente contratta. Le imprese hanno diminuito gli investimenti in capitale; la loro capacità reddituale si è ridotta. Le difficoltà cicliche sono state particolarmente intense per le industrie chimica e dei metalli di base, maggiormente esposte all'andamento del ciclo economico internazionale: in questi comparti si sono manifestate importanti crisi aziendali e vi è stato un ricorso generalizzato agli ammortizzatori straordinari.

Il valore dell'interscambio con l'estero si è quasi dimezzato, in connessione con la contrazione degli scambi dell'industria petrolifera regionale e di quella chimica; le esportazioni del comparto della lavorazione dei metalli si sono notevolmente ridimensionate; la domanda rivolta alle produzioni manifatturiere tradizionali si è indebolita.

Sul quadro congiunturale ha inciso la riduzione dell'attività nelle costruzioni: si è accentuata la flessione nell'edilizia residenziale ed è proseguita la contrazione degli investimenti in opere pubbliche; solo la produzione nel comparto riguardante la realizzazione di strutture destinate alle attività produttive e commerciali ha continuato a crescere in misura modesta e rallentando rispetto al 2008.

Il settore dei servizi, colpito in misura meno diretta dalla crisi, ha sofferto per l'indebolimento della domanda per consumi delle famiglie: si è ridotta l'attività delle strutture commerciali e, nel turismo, si è arrestata l'espansione registrata negli anni precedenti. Nei trasporti si è registrata una decisa flessione del traffico merci.

Gli effetti della severa recessione si sono manifestati con durezza sul mercato del lavoro: si è accentuata la caduta dell'occupazione, dopo la lieve flessione del 2008, ed è proseguita la crescita del tasso di disoccupazione, attenuata in parte dal ricorso alla cassa integrazione e dalla contrazione del tasso di attività. Gli effetti sono stati particolarmente gravi per i lavoratori con contratti a termine, per i giovani e le persone con bassi livelli di istruzione.

L'evoluzione congiunturale si è riflessa sull'andamento del credito bancario. I prestiti concessi alla clientela residente in Sardegna hanno sensibilmente decelerato; l'espansione è rimasta superiore a quella media nazionale. In base agli ultimi dati disponibili, nel primo trimestre del 2010 si è registrata una lieve ripresa.

L'andamento dei prestiti alle famiglie ha continuato a risentire dell'indebolimento della domanda per l'acquisto di abitazioni, pur in presenza di un sensibile calo dei tassi di interesse praticati sui finanziamenti. È proseguita l'espansione del credito al consumo, soprattutto di quello erogato dagli intermediari non bancari.

Il credito al sistema produttivo regionale ha decelerato; sono calati i prestiti alle imprese di piccole dimensioni, mentre la dinamica è rimasta positiva per quelle medie e grandi. Tra i settori produttivi, i prestiti sono diminuiti per l'industria manifatturiera e hanno sensibilmente rallentato per le imprese delle costruzioni; nei servizi, l'ammontare dei finanziamenti ha sostanzialmente ristagnato.

La domanda di credito da parte delle imprese ha risentito delle minori esigenze di finanziamento per la realizzazione di investimenti. Dal lato dell'offerta, l'irrigidimento rilevato a partire dall'ultimo trimestre del 2008 si è attenuato nel corso dell'anno. La maggiore prudenza si è concretizzata in prevalenza nell'aumento degli spread applicati alle imprese, in particolare a quelle più rischiose.

Nel 2009 si è registrata una generale diminuzione dei tassi di interesse praticati dalle banche alla clientela regionale.

La qualità del credito in regione ha continuato a deteriorarsi: il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è cresciuto sia per le famiglie sia per le imprese. Anche l'ammontare dei finanziamenti concessi alla clientela in temporanea difficoltà è sensibilmente aumentato.

È proseguita l'espansione della raccolta bancaria, per l'incremento dei depositi delle famiglie. Tra le altre tipologie di investimento finanziario, si è ridotto il valore dei titoli di Stato detenuti da clientela sarda presso le banche ed è aumentato quello degli strumenti azionari, obbligazionari e del risparmio gestito.

Testo della pubblicazione