N. 62 - L'economia della SiciliaRapporto annuale

Anche nel 2009 l'economia siciliana ha risentito della fase ciclica negativa internazionale, che ha causato un rilevante calo del PIL italiano, il più elevato dal dopoguerra. Tutti i principali settori hanno registrato riduzioni dei livelli di attività.

In particolare nella prima parte dell'anno è proseguita la dinamica discendente degli ordinativi e della produzione industriale, che aveva caratterizzato tutto il 2008; successivamente gli indicatori sono rimasti su livelli molto bassi. Gli investimenti, il fatturato e i margini di profitto delle imprese del campione della consueta indagine della Banca d'Italia sono calati. Le previsioni delle imprese, comunque, sono orientate a un cauto ottimismo: oltre la metà del campione si aspetta un ritorno ai livelli di fatturato del 2007 entro il 2012.

L'attività produttiva delle imprese edili è diminuita, soprattutto per le aziende che operano nel settore delle opere pubbliche; nel mercato immobiliare residenziale è proseguita per il quarto anno consecutivo la riduzione nel numero di compravendite.

Anche nei servizi privati non finanziari l'andamento è risultato negativo, con diminuzioni del fatturato e degli investimenti per molte imprese. Le vendite degli operatori commerciali sono calate, con un'accentuazione della dinamica negativa rispetto al 2008 per i prodotti alimentari. Nel turismo si sono ridotti gli arrivi e le presenze sia di italiani sia, in misura maggiore, di stranieri; le spese dei turisti provenienti dall'estero sono calate in misura sensibile per il secondo anno consecutivo.

Riflettendo la grave crisi del commercio internazionale gli scambi commerciali con l'estero della Sicilia si sono contratti di oltre un terzo; tutti i principali settori merceologici hanno registrato riduzioni.

L'occupazione è diminuita per il terzo anno consecutivo, in particolare nell'industria e nelle costruzioni; le situazioni di maggiore difficoltà hanno interessato i giovani e i lavoratori con bassi livelli di istruzione. Il tasso di disoccupazione siciliano è risultato ancora una volta il più elevato tra le regioni italiane; inoltre è cresciuto il grado di inutilizzo del fattore lavoro, stimato in base all'incidenza dei lavoratori in Cassa integrazione e degli inoccupati scoraggiati.

Risentendo dell'andamento sfavorevole dell'economia reale, i finanziamenti bancari alle famiglie e alle imprese hanno continuato a rallentare. All'indebolimento della dinamica hanno contribuito fattori di domanda, connessi al ridimensionamento dei piani di investimento, per le imprese, e alla contrazione delle compravendite di abitazioni, per le famiglie. Secondo le valutazioni delle banche, nel 2010 la domanda di prestiti dovrebbe tornare a crescere e l'inasprimento dei criteri di erogazione del credito, già attenuatosi nel 2009, dovrebbe interrompersi.

I tassi praticati sui finanziamenti bancari a breve termine sono rapidamente scesi, riflettendo le pregresse diminuzioni dei tassi ufficiali.
Gli effetti della fase congiunturale negativa si sono manifestati anche sulla qualità del credito: sono cresciuti i flussi di nuove sofferenze e il volume dei prestiti caratterizzati da difficoltà di rimborso.

I depositi bancari sono aumentati a un ritmo inferiore rispetto al 2008. Si è verificato un forte ridimensionamento dei pronti contro termine in concomitanza con la diminuzione dei rendimenti; la conseguente riduzione del costo opportunità di detenere giacenze liquide ha indotto i risparmiatori ad accrescere le disponibilità nei conti correnti.

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