N. 61 - L'economia della Calabria Rapporto annuale

Nel 2009 la crisi economica e finanziaria ha continuato a produrre effetti rilevanti sull'economia regionale; la fase recessiva iniziata l'anno precedente ha raggiunto il suo apice nella prima metà dell'anno e ha riguardato tutti i settori produttivi.

L'andamento dell'agricoltura è risultato particolarmente negativo con una forte contrazione delle produzioni di olive e di cereali.

Il settore manifatturiero ha subito la fase più acuta della crisi nel primo trimestre dell'anno mentre il livello degli ordini e della produzione è lievemente migliorato nei mesi successivi; il grado di utilizzo degli impianti si è notevolmente ridotto e gli investimenti sono diminuiti.

Le costruzioni hanno risentito in maniera accentuata dell'avversa congiuntura economica. Vi è stata una forte contrazione del livello di attività nel comparto delle opere pubbliche. Si è avuta una diminuzione delle transazioni nel mercato immobiliare, a cui si è associata una ulteriore decelerazione dei prezzi.

Nel terziario il valore delle vendite del commercio al dettaglio è diminuito, in particolare per effetto del calo della distribuzione alimentare. Le presenze turistiche hanno registrato una contrazione che ha riguardato principalmente la componente nazionale. Nel settore dei trasporti, l'attività di transhipment del porto di Gioia Tauro ha subito un notevole calo; tra gli aeroporti calabresi solo quello di Lamezia Terme ha registrato una crescita del numero dei passeggeri in transito.

L'occupazione è diminuita a causa della contrazione nei settori dei servizi non commerciali e delle costruzioni. Il calo più sensibile ha riguardato la componente del lavoro autonomo.

Sono diminuite le persone in cerca di occupazione, ma si è anche accentuata l'uscita di soggetti dal mercato del lavoro. Il divario con la media nazionale nella partecipazione al mercato del lavoro è particolarmente ampio nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni e per le donne. La quota di lavoro sommerso è la più elevata tra le regioni italiane.

Nel corso del 2009 i prestiti erogati dagli intermediari bancari hanno ulteriormente rallentato rispetto all'anno precedente ma si sono tuttavia mantenuti su ritmi di crescita superiori alla media nazionale. Nei primi mesi del 2010, secondo i dati provvisori, il ritmo di espansione dei prestiti si è attestato su livelli analoghi a quelli della fine dell'anno precedente.

Il credito erogato alle imprese è diminuito a causa sia della minore domanda di finanziamenti sia della maggiore cautela delle banche nell'erogazione del credito. Secondo le risposte degli intermediari rilevati nell'indagine della Banca d'Italia, la contrazione della domanda è riconducibile al forte ridimensionamento dell'attività di investimento da parte delle aziende. Rispetto all'ultimo trimestre del 2008, l'irrigidimento degli intermediari nell'erogazione dei fondi si è attenuato nel 2009 e dovrebbe arrestarsi, secondo le previsioni, nei primi mesi del 2010.

La contrazione della spesa per il consumo di beni durevoli e dell'attività nel mercato immobiliare ha influito sulla domanda di prestiti da parte delle famiglie. Ciononostante i prestiti alle famiglie, pur avendo decelerato per tutto il 2009, sono cresciuti a ritmi più sostenuti rispetto alla media nazionale e hanno invertito la tendenza flettente negli ultimi mesi dell'anno.

Nel 2009 la qualità del credito, già notevolmente peggiore rispetto alla media nazionale, si è deteriorata marcatamente nel settore delle costruzioni e, in minor misura, in quello dei servizi. Nel comparto manifatturiero il tasso di decadimento, che si era attestato su livelli elevati sin dalla seconda parte del 2008, è invece migliorato.

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