N. 60 - L'economia della BasilicataRapporto annuale

Nella prima metà del 2009 l'attività economica in Italia ha subito una marcata contrazione, relativamente più contenuta nel Mezzogiorno, per effetto della minore rilevanza del settore industriale. Nella seconda metà dell'anno sono emersi segnali di ripresa, ma le indagini condotte dalla Banca d'Italia nel periodo marzo-aprile 2010 indicano prospettive ancora incerte.

L'economia della Basilicata ha seguito le tendenze generali. Secondo stime della Svimez, il prodotto interno lordo sarebbe diminuito del 5,0 per cento nel 2009, in linea con l'andamento nazionale. Si sono però manifestate alcune peculiarità regionali. La contrazione della produzione industriale è stata più lieve in Basilicata per effetto del positivo andamento del settore dell'auto, sostenuto dagli incentivi concessi nei principali mercati di sbocco europei. Per contro, più ampia appare la caduta dell'occupazione e maggiori sono le difficoltà nella tenuta dei consumi; queste tendenze accomunano la Basilicata al resto del Mezzogiorno.

Il livello degli ordini diretti alle imprese industriali lucane si è ulteriormente ridotto, in particolare di quelli esteri. Le esportazioni, al netto di quelle di prodotti dell'industria estrattiva, sono calate del 7,2 per cento. A contenere la caduta dell'export ha contribuito il comparto dell'auto. Nel 2009, secondo indicatori qualitativi dell'ISAE, il grado di utilizzo degli impianti è diminuito notevolmente, risentendo del calo della domanda e delle scorte di prodotti finiti.

Gli occupati sono calati del 2,7 per cento in media, pari a 5.200 unità. La flessione, in linea con quella del Mezzogiorno, è risultata più marcata rispetto a quella dell'Italia. Il calo dell'occupazione si è riflesso solo in parte sul tasso di disoccupazione, aumentato rispetto al 2008 di 0,2 punti, all'11,3 per cento. A contenere l'aumento della disoccupazione hanno contribuito sia il maggior ricorso alla Cassa integrazione guadagni, sia l'aumento di coloro che, pur essendo disponibili a lavorare, non hanno intrapreso azioni di ricerca attiva sul mercato, i cosiddetti "lavoratori scoraggiati".
I prestiti bancari sono aumentati in Basilicata del 2,0 per cento, in marcata decelerazione rispetto all'anno precedente. Secondo l'indagine condotta dalla Banca d'Italia su un campione rappresentativo di banche (Regional Bank Lending Survey), all'andamento del credito in Basilicata ha contribuito il calo della domanda di finanziamenti da parte di famiglie e imprese che, sebbene in lieve recupero a partire dal secondo semestre del 2009, rimane ben al di sotto dei livelli pre-crisi. Il grado di restrizione delle condizioni di offerta, dopo avere raggiunto un picco a seguito delle forti tensioni sui mercati finanziari, innescate dal fallimento di Lehman Brothers, si è gradualmente attenuato.

I prestiti alle famiglie hanno continuato a espandersi sebbene con ritmi meno intensi che nel 2008. Il rallentamento è stato invece molto rapido per i finanziamenti alle imprese che hanno decelerato nel 2009 fino a contrarsi dello 0,3 per cento alla fine dell'anno. La decelerazione è stata più marcata per le imprese medio-grandi, per le quali il credito ha ristagnato nel 2009, mentre i finanziamenti alle aziende con meno di 20 addetti si sono ridotti dell'1,6 per cento. I consorzi di garanzia collettiva dei fidi (confidi) hanno attenuato la decelerazione dei prestiti alle piccole imprese.

Il tasso d'interesse sui prestiti a breve termine concessi alle imprese in Basilicata si è ridotto di 2,8 punti, al 5,7 per cento. Quelle di maggiori dimensioni hanno beneficiato maggiormente della riduzione dei tassi.

Nel 2009 l'incidenza delle nuove sofferenze rettificate sui prestiti di inizio periodo è stata pari al 2,2 per cento, in linea con il valore registrato nel 2008. Per le imprese, il flusso di nuove sofferenze si è mantenuto elevato (2,9 per cento), sebbene inferiore a quello dell'anno precedente (3,3 per cento). Il rallentamento della dinamica delle nuove sofferenze ha interessato tutti i principali comparti produttivi. Essa rimane tuttavia notevolmente più accentuata per le imprese dell'industria manifatturiera (4,9 per cento). Nello scorso anno, la qualità del credito concesso alle famiglie consumatrici si è deteriorata più rapidamente che nel 2008 (rispettivamente, 0,8 e 1,2 per cento).

Alla fine del 2009, il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello Sviluppo economico ha effettuato la verifica intermedia sui progressi delle regioni meridionali riguardo al meccanismo premiale degli Obiettivi di servizio. Tale sistema, introdotto con il Quadro strategico nazionale 2007-2013, richiede l'impegno delle Amministrazioni regionali meridionali per migliorare la qualità dei servizi in 4 settori: a) istruzione, b) servizi per la prima infanzia e socio-sanitari destinati agli anziani, c) gestione dei rifiuti urbani e d) servizio idrico.

Per la Basilicata si è avuto un miglioramento per tutti gli obiettivi, tranne per quelli riguardanti la gestione dei rifiuti solidi urbani; significativi avanzamenti hanno riguardato l'indicatore relativo agli abbandoni scolastici e quello dei servizi per l'infanzia. In base a tali progressi, in sede di verifica intermedia, sono state assegnate alla regione risorse pari a circa 39 milioni di euro, il 31 per cento delle risorse premiali complessive, al netto di quelle relative ai due indicatori di istruzione per i quali non è stata prevista la verifica intermedia a causa dell'indisponibilità dei dati. Nella media delle regioni meridionali tale quota è pari a circa un quarto.

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