N. 90 - L'economia dell' Emilia-RomagnaAggiornamento congiunturale

Nella prima parte dell'anno si è aggravata la fase recessiva dell'economia regionale. La forte caduta della domanda mondiale e la debolezza di quella interna hanno determinato una netta contrazione del livello di attività nell'industria che ha raggiunto i minimi dall'inizio degli anni novanta. Ne hanno risentito gli investimenti, sensibilmente rivisti al ribasso. Il quadro congiunturale è peggiorato anche nelle costruzioni dove si è registrata una diminuzione del numero di imprese, dopo anni di forte espansione. In tutti i settori è peggiorata la redditività.

Sul mercato del lavoro la crisi si è manifestata con un calo significativo delle ore lavorate, mentre il forte ricorso alla Cassa integrazione guadagni ha consentito finora la complessiva tenuta dell'occupazione. Il numero di lavoratori a termine e quello nelle costruzioni e nei servizi è tuttavia sceso sensibilmente. La crescita del credito bancario è ulteriormente diminuita, soprattutto nella componente erogata alle imprese. Vi ha contribuito la riduzione della domanda connessa con il calo degli investimenti e il protrarsi di condizioni restrittive da parte degli intermediari, legate principalmente a una maggiore cautela nella valutazione del rischio.

Le difficoltà delle imprese si sono riflesse in un sensibile deterioramento della qualità del credito, soprattutto nell'industria e nelle costruzioni. Nei mesi più recenti si sono interrotte le spinte recessive e le aspettative sono lievemente migliorate soprattutto nell'industria, pur rimanendo incerte. All'effetto espansivo della possibile ripresa del commercio internazionale si accompagna l'incertezza sui consumi che potrebbero risentire negativamente di un ulteriore peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

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