N. 40 - L'economia della SardegnaRapporto annuale

Nel 2008 l'economia della Sardegna ha risentito del forte rallentamento ciclico registrato a livello nazionale e connesso all'aggravarsi della crisi finanziaria mondiale. In base alle stime disponibili della Svimez il prodotto interno lordo si è ridotto dell'1,0 per cento, in misura analoga alla media nazionale. Il deterioramento del quadro congiunturale ha riguardato principalmente l'ultima parte dell'anno, con il netto calo della domanda per i settori dell'industria di base e delle costruzioni e il peggioramento delle condizioni sul mercato del lavoro.

La produzione industriale è notevolmente diminuita, per l'indebolimento della domanda interna e il calo degli ordinativi esteri; la capacità reddituale si è deteriorata. La forte incertezza sulle prospettive di ripresa ha inciso sull'attività di investimento, meno intensa rispetto all'anno precedente. Il forte rallentamento ha interessato principalmente i poli della chimica e della lavorazione dei metalli, più esposti alle variazioni della domanda mondiale.

L'interscambio regionale con l'estero è aumentato per i maggiori flussi commerciali dell'industria petrolifera regionale; al netto dei prodotti della raffinazione, le esportazioni sono notevolmente diminuite, soprattutto quelle riguardanti i settori della meccanica, della chimica e dei metalli. Le vendite all'estero dei prodotti dell'industria tradizionale ad eccezione di quella della lavorazione del sughero si sono ridotte.

L'attività nel settore delle costruzioni si è ulteriormente indebolita. Alla stagnazione nel comparto delle opere pubbliche si è associata la riduzione della produzione nell'edilizia residenziale, per effetto dei minori scambi sul mercato immobiliare. I prezzi delle case in regione hanno continuato a crescere, ma a un ritmo inferiore rispetto a quello degli anni precedenti.

Nel settore dei servizi si è accentuato il rallentamento osservato nel 2007; vi ha contribuito il calo della domanda, soprattutto di beni durevoli, espressa dalle famiglie, l'espansione meno intensa del turismo e dei trasporti marittimi e aeroportuali.

L'intervento pubblico ha continuato a sostenere l'economia regionale, tramite i flussi di risorse connesse alla conclusione del POR 2000-06 e agli strumenti della programmazione negoziata. A maggio del 2009, con l'approvazione della legge finanziaria regionale, sono stati previsti programmi aggiuntivi di spesa volti a contrastare attuale fase ciclica negativa.

L'occupazione regionale si è lievemente ridotta, dopo un lungo ciclo espansivo, per effetto della dinamica particolarmente negativa registrata nella seconda parte dell'anno; nella media del 2008 il tasso di disoccupazione è notevolmente aumentato. Le forze di lavoro sono cresciute, per effetto della maggiore offerta di lavoro da parte della componente femminile.

Nel 2008 il credito bancario concesso in Sardegna ha rallentato, pur mantenendo un ritmo di crescita superiore alla media nazionale; in base ai primi dati provvisori la decelerazione è proseguita nel primo trimestre del 2009.

L'andamento dei prestiti alle famiglie ha risentito dell'indebolimento dell'attività del mercato immobiliare: i flussi di credito a medio e a lungo termine destinati all'acquisto di abitazioni si sono ridotti, dopo una prolungata fase di crescita. Una sensibile decelerazione ha interessato anche il credito al consumo erogato dalle banche e dalle società finanziarie specializzate.

Il rallentamento dei prestiti al sistema produttivo regionale ha riguardato in particolare il settore delle costruzioni e le piccole imprese. Il ritmo di crescita del credito alle aziende di più grandi dimensioni, ancora vivace nel 2008, si è sensibilmente ridotto nel primo trimestre del 2009.

I tassi di interesse praticati dalle banche alla clientela regionale sono mediamente aumentati nel corso del 2008; l'incremento ha interessato in particolare le imprese. Nel primo trimestre del 2009 il costo dei finanziamenti bancari ai residenti si è ridotto parallelamente alla variazione dei tassi ufficiali.

Alla fine dell'ultimo anno il differenziale con la media italiana del costo delle operazioni a breve termine per le imprese regionali è salito a poco più di un punto e mezzo percentuale. Tale divario è in parte spiegato dalla composizione dimensionale e settoriale del sistema produttivo regionale, caratterizzato dalla maggiore presenza di piccole imprese rispetto alla media italiana. Ai tassi più elevati contribuisce anche la maggiore incidenza delle sofferenze rispetto al livello medio nazionale.

La qualità del credito in regione si è deteriorata: nel 2008, il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti (tasso di decadimento) è cresciuto rispetto al 2007. L'incremento si è concentrato nell'ultima parte dell'anno e ha riguardato principalmente le imprese.
I depositi bancari detenuti dalla clientela regionale sono aumentati a ritmi superiori rispetto all'anno precedente. L'espansione ha riguardato in particolare i conti correnti delle famiglie; le disponibilità liquide delle imprese regionali presso il sistema bancario sono rimaste pressoché stabili. I tassi di remunerazione dei depositi in conto corrente sono lievemente cresciuti.

Nel 2008 il numero delle banche presenti in regione si è ridotto in conseguenza delle operazioni di consolidamento dei principali gruppi nazionali. È proseguito lo sviluppo sul territorio regionale della rete commerciale degli intermediari bancari attraverso l'apertura di nuove dipendenze. Negli ultimi anni è sensibilmente cresciuto il ricorso da parte delle famiglie e delle imprese sarde ai servizi bancari telematici; la diffusione di tali strumenti rimane inferiore alla media italiana.

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