N. 37 - L'economia della BasilicataRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno, con l'aggravarsi della crisi, l'economia internazionale sta sperimentando una profonda recessione. L'economia italiana ha registrato un calo del prodotto già nella media del 2008, proseguito a ritmi molto elevati nella prima parte del 2009. L'occupazione ha iniziato a flettere, dopo un lungo ciclo espansivo; è balzato su livelli storicamente elevati il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG). Le banche, in particolare quelle grandi, hanno incontrato crescenti difficoltà nel reperimento di fondi sui mercati internazionali. Il credito in Italia ha rallentato riflettendo soprattutto il calo della domanda. Nell'ultimo trimestre dell'anno, l'andamento dei prestiti ha risentito anche dell'irrigidimento delle condizioni di offerta.

La crisi economica e finanziaria ha avuto effetti significativi anche in Basilicata. L'economia lucana ha comunque risentito in misura più contenuta degli effetti della recessione rispetto ad altre aree del paese. Secondo stime della Svimez il PIL nel 2008 sarebbe calato in Basilicata dello 0,5 per cento in termini reali, meno che nel Mezzogiorno (-1,1 per cento) e in Italia (-1,0 per cento).

Dal sondaggio condotto dalla Banca d'Italia nei primi mesi del 2009, su di un campione di imprese manifatturiere con sede in regione, risulta che due terzi di esse ritiene che l'attuale crisi sia di gravità maggiore rispetto a precedenti episodi di recessione. Oltre un terzo delle aziende intervistate indica che il fatturato è calato in misura superiore al 20 per cento. La gran parte delle imprese manifatturiere lucane si attende un'uscita graduale dalla situazione di attuale difficoltà nell'arco dei prossimi dodici mesi. Per il 2009, le imprese manifatturiere si attendono una ripresa sia del fatturato sia degli investimenti.

L'occupazione ha risentito degli effetti della recessione negli ultimi mesi dell'anno. Alla espansione registrata nei primi tre trimestri si è contrapposta una marcata flessione nella restante parte dell'anno (-2,3 per cento rispetto al trimestre corrispondente). Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni è notevolmente cresciuto nel 2008. L'espansione delle ore autorizzate si è mantenuta molto elevata anche nel primo trimestre del 2009.

Dopo un biennio di forte espansione, le esportazioni nel 2008 si sono ridotte del 6,6 per cento, riflettendo la sostenuta contrazione di quelle di auto (-23,8 per cento) e di mobili (-31,9 per cento). Queste ultime si sono ridotte dopo il picco raggiunto nel 2004, risentendo sia dell'apprezzamento dell'euro sia della crescente concorrenza esercitata dai produttori del sud-est asiatico.

L'attività nel comparto dell'edilizia privata ha risentito dello sfavorevole andamento del mercato immobiliare. Nel 2008 il numero delle compravendite nel settore residenziale è diminuito del 10,6 per cento in Basilicata, meno che in Italia (-14,8 per cento).

Nel settore del commercio, l'attività degli esercizi di minore dimensione è stata maggiormente influenzata dalla contrazione dei consumi; nel comparto della grande distribuzione l'andamento delle vendite è stato debolmente positivo solo per i generi alimentari. Nel 2008 le presenze di turisti, in crescita nel 2007, hanno ristagnato.

La produzione agricola è lievemente aumentata, nonostante la riduzione delle superfici coltivate. Le imprese agricole, che rappresentano il 37 per cento delle imprese con sede legale in Basilicata, sono ancora diminuite.

Il credito alle imprese, dopo avere accelerato nei primi quattro mesi dell'anno, ha progressivamente rallentato al 7,2 per cento in dicembre. Tra febbraio e marzo scorsi la Banca d'Italia ha condotto un'indagine sull'andamento della domanda e dell'offerta di credito rivolta a oltre 400 banche. Le banche operanti in Basilicata (33) indicano che, nell'ultimo trimestre del 2008, hanno irrigidito moderatamente le condizioni per l'approvazione di prestiti alle imprese. La restrizione ha interessato tutti i criteri di concessione del credito, sebbene sia stata più marcata per i tassi d'interesse applicati alla clientela più rischiosa.

Il rallentamento del credito alle imprese ha riguardato soprattutto le banche appartenenti ai primi cinque gruppi che più degli altri intermediari effettuano provvista sui mercati all'ingrosso e sono stati, pertanto, maggiormente colpiti dall'acuirsi della crisi finanziaria. Gli effetti sono stati più marcati per le imprese con meno di 20 addetti. Nel primo trimestre del 2009, informazioni ancora preliminari indicano un rallentamento del credito diffuso per dimensione d'impresa e tipologia di banca. La decelerazione del credito è stata più rapida per le famiglie, per le quali la domanda di credito ha risentito del calo delle transazioni immobiliari e di quello dei consumi di beni durevoli. La qualità del credito è peggiorata per le imprese, è rimasta stabile sui livelli del 2007 per le famiglie.

Ad acuire le difficoltà delle imprese contribuiscono anche i tempi lunghi che caratterizzano le riscossioni di crediti verso la Pubblica Amministrazione. Stime per l'Italia indicano che la consistenza di tali crediti è pari al 2,5 per cento del PIL. I tempi di incasso sarebbero più lunghi nel Mezzogiorno. In Basilicata, dove la spesa pubblica assume un ruolo maggiore rispetto sia all'Italia sia alle altre regioni meridionali, è verosimile che l'impatto sia particolarmente rilevante.

Dal punto di vista delle risorse finanziarie, la Basilicata beneficia delle entrate connesse con la concessione di licenze di estrazione di idrocarburi (royalties). In regione si realizzano i tre quarti dell'intera produzione effettuata in Italia sulla terraferma. L'area interessata dalle licenze si estende a circa un quarto del territorio lucano. Tra il 2002 e il 2008, le royalties sono state pari a poco più di 450 milioni di euro. Dei 350 milioni di euro destinati per il periodo 2003-2008 al Programma Operativo Val d'Agri, Melandro, Sauro e Camastra, in larga parte finanziato con le royalties, un quinto è stato finora effettivamente speso.

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