N. 36 - L'economia della PugliaRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno la crisi economico-finanziaria si è aggravata. Nell'intero 2008 l'economia italiana ha registrato una riduzione del PIL pari all'1,0 per cento. L'attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati nella prima parte del 2009.

In linea con le tendenze delle altre aree del paese, nel 2008 il prodotto regionale ha subito una contrazione. Gli effetti della sfavorevole congiuntura si sono manifestati soprattutto nella seconda parte dell'anno.

Secondo l'indagine della Banca d'Italia l'attività industriale, che nel 2007 aveva ristagnato, ha evidenziato un calo del fatturato in termini reali del 4 per cento, più intenso per le imprese di maggiore dimensione. Gli indicatori qualitativi del livello della produzione e degli ordini hanno toccato i valori registrati durante la recessione dei primi anni novanta. Gli investimenti non sono cresciuti. Hanno accusato un calo delle vendite superiore alla media i settori della moda e l'indotto dell'automobile.

I primi mesi del 2009 hanno registrato un'ulteriore flessione degli ordini e della produzione. Le imprese giudicano l'attuale crisi più grave delle precedenti, e vi hanno reagito principalmente riducendo i costi, specie quelli del personale, e i margini di profitto. L'incertezza del quadro congiunturale ha indotto un rinvio degli investimenti programmati.

Gli scambi con l'estero, che avevano accelerato nei primi tre trimestri, nell'ultimo scorcio dell'anno hanno accusato un calo, risentendo dell'indebolimento della domanda mondiale. Le vendite all'estero dei comparti tradizionali, la cui crisi di competitività si protrae da diversi anni, hanno registrato un andamento negativo nell'intero 2008; i settori della chimica, meccanica e siderurgia hanno visto peggiorare rapidamente i propri risultati in corso d'anno.

L'edilizia ha subito una sensibile contrazione dell'attività. Il brusco calo della produzione nell'edilizia residenziale ha risentito del rallentamento del mercato immobiliare dopo anni di crescita sostenuta. Il valore delle abitazioni, che rappresentano i tre quarti della ricchezza reale delle famiglie pugliesi, è cresciuto nel 2008 del 3 per cento, meno della media nazionale. Il calo delle compravendite immobiliari potrebbe favorire, nel prossimo futuro, un ulteriore rallentamento dei prezzi.

Il settore dei servizi ha mostrato un'evoluzione meno sfavorevole, beneficiando anche dell'effetto stabilizzatore del settore pubblico. Si conferma il buon andamento del turismo degli anni scorsi. Il commercio al dettaglio ha registrato vendite in calo, malgrado una debole crescita della grande distribuzione.

La domanda di lavoro ha ripiegato nella seconda parte dell'anno, arrestando la crescita dell'occupazione degli anni precedenti. La flessione ha riguardato soprattutto i lavoratori autonomi e i dipendenti a tempo determinato, che nel triennio precedente erano cresciuti più rapidamente. È sensibilmente cresciuto il ricorso alla Cassa integrazione guadagni. La disoccupazione è aumentata al 12,3 per cento nel quarto trimestre.

I principali indicatori di bilancio delle imprese avevano registrato un peggioramento già prima del manifestarsi degli effetti della crisi. Dal 2003 al 2007 la redditività delle imprese pugliesi si è ridotta; in presenza di un aumento generalizzato delle leva finanziaria, è aumentata la quota dei debiti finanziari riconducibile a imprese vulnerabili.

Nel 2008 il credito a residenti in regione è cresciuto dell'8,3 per cento, un ritmo sensibilmente inferiore a quello degli anni precedenti, sebbene superiore al resto del paese. In base a dati provvisori, nei primi mesi del 2009 la crescita si è ulteriormente indebolita. La decelerazione si è manifestata con intensità a partire da settembre e ha riguardato soprattutto i finanziamenti alle imprese, in particolare nel settore manifatturiero e nelle costruzioni. A fronte di una debole domanda di finanziamenti per gli investimenti, è aumentato il ricorso a operazioni di ristrutturazione e consolidamento del debito. Il grado di utilizzo dei fidi e gli sconfinamenti segnalano un aumento della tensione finanziaria. Le banche avrebbero ritoccato i margini applicati sui tassi d'interesse, anche in conseguenza di un tendenziale peggioramento del rating dei debitori.

Anche nel 2008 il credito alle imprese di minori dimensioni ha registrato una crescita inferiore a quello verso le altre imprese. L'attività di garanzia collettiva dei prestiti alle piccole imprese risente della frammentazione dei confidi regionali. La piccola dimensione delle iniziative consortili eleva il costo dei servizi offerti e favorisce una presenza importante dei consorzi di altre regioni.

Il credito alle famiglie continua a crescere a ritmi sostenuti, sebbene in lieve rallentamento rispetto agli anni recenti. Vi contribuisce principalmente la domanda di mutui, favorita anche, a partire dall'ultimo scorcio del 2008, dalla flessione dei tassi di interesse. Negli ultimi anni si sono diffuse anche in regione formule innovative di mutuo che ampliano le possibilità di indebitamento delle famiglie.

Gli effetti del rallentamento ciclico non si sono ancora pienamente manifestati sulla qualità del credito: nel 2008 il flusso delle nuove sofferenze, in rapporto ai prestiti, è rimasto intorno a 1,6 punti percentuali, aumentando significativamente solo per le imprese di costruzioni. Un peggioramento della qualità del credito emerge nel primo trimestre del 2009.

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