L'economia della SiciliaRapporto annuale

La fase di moderata ripresa dell'economia siciliana, iniziata nel 2006, è proseguita soltanto nella prima parte del 2007, per poi interrompersi a causa dell'indebolimento della domanda interna. Negli ultimi mesi dell'anno il settore manifatturiero ha registrato un progressivo peggioramento degli ordinativi e dei livelli produttivi, proseguito anche nei primi mesi del 2008. Le imprese contattate per la consueta indagine annuale condotta dalla Banca d'Italia hanno ridotto nel 2007 la spesa per investimenti; in media la crescita del fatturato ha rallentato rispetto all'anno precedente.

Il clima di fiducia tra i consumatori è peggiorato in misura significativa a partire dai mesi estivi, con riflessi negativi sulle vendite del commercio. Le imprese del settore hanno registrato in media una diminuzione della domanda nel secondo semestre dell'anno, con effetti sfavorevoli sui risultati reddituali. Nel settore turistico dopo tre anni di crescita si è ridotto il numero di presenze nazionali, mentre la crescita dei flussi dall'estero ha rallentato in misura sensibile.

Tra i settori principali soltanto quello delle costruzioni ha mostrato un buon andamento, trainato dall'edilizia privata; gli importi relativi alle opere pubbliche aggiudicate e a quelle poste in gara sono diminuiti.

La crescita delle esportazioni siciliane ha accelerato rispetto al 2006 a causa della dinamica dei prodotti petroliferi; in media negli altri comparti merceologici il tasso di crescita è rimasto sugli stessi livelli dell'anno precedente.

L'occupazione è diminuita, interrompendo l'andamento positivo dei tre anni precedenti. La riduzione del numero di lavoratori ha interessato quasi esclusivamente l'agricoltura e i servizi diversi dal commercio. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro ha permesso un'ulteriore discesa del tasso di disoccupazione, che rimane comunque più che doppio rispetto alla media nazionale.

L'indebolimento della congiuntura e l'aumento dei tassi d'interesse si sono riflessi sui finanziamenti bancari la cui crescita nel 2007, per la prima volta nell'ultimo quinquennio, è risultata in rallentamento. È proseguita la ricomposizione dell'indebitamento della clientela siciliana a favore dei prestiti a media e a lunga scadenza.

La decelerazione dei crediti alle imprese ha riguardato tutti i principali comparti produttivi, ma è stata meno marcata per il settore delle costruzioni, dove i livelli di attività si sono mantenuti elevati. Il flusso di nuovi prestiti bancari destinati a finanziare la spesa per gli investimenti in macchinari e attrezzature si è ridotto.

Il rallentamento dei finanziamenti alle famiglie è riconducibile soprattutto al credito al consumo. L'ammontare dei mutui per l'acquisto delle abitazioni stipulati nel 2007 è rimasto invariato rispetto all'anno precedente. In concomitanza con la riduzione dello spread fra tasso fisso e tasso variabile e con l'aumento dell'incidenza delle rate sui redditi familiari dei mutuatari, è rapidamente cresciuta la quota dei contratti stipulati a tasso fisso. La durata media dei piani di rimborso si è allungata.

Il tasso d'ingresso in sofferenza si è lievemente ridotto. Confermando una tendenza in atto dal 2005, il fenomeno delle cessioni di prestiti inesigibili a intermediari specializzati ha ripreso vigore: nel 2007 è stato ceduto all'incirca un quarto dello stock di sofferenze di inizio periodo.

Il ritmo di crescita della raccolta bancaria è risultato allineato a quello del 2006, con un rallentamento della dinamica per le famiglie e per le imprese e una notevole accelerazione per le amministrazioni pubbliche. Il valore dei titoli in custodia è cresciuto in misura modesta. La flessione dei corsi azionari ha indotto i risparmiatori a riallocare parte della loro ricchezza finanziaria dalle azioni e dalle quote di OICR verso strumenti più liquidi e a rendimento certo, come i titoli di Stato e le obbligazioni non bancarie.

Negli ultimi anni in Sicilia si è sviluppata a ritmi notevoli l'attività degli intermediari diversi dalle banche, sia nella forma del credito al consumo offerto dalle società finanziarie sia in quella delle garanzie collettive prestate dai consorzi fidi.

Da questa edizione della pubblicazione si dà una maggiore attenzione ai problemi strutturali, che influenzano il grado di sviluppo della regione. In particolare quest'anno si analizzano l'evoluzione dell'economia siciliana nel confronto con le aree europee in ritardo di sviluppo e alcuni indicatori di povertà relativa nel confronto con le altre regioni italiane.

L'economia siciliana si caratterizza per valori di reddito pro capite tra i più bassi in Italia; dagli anni settanta a oggi non si sono realizzate sostanziali modifiche nel divario con le aree più avanzate del Paese. Nel confronto con le altre regioni europee in ritardo di sviluppo, tra il 1995 e il 2005 la Sicilia ha registrato un consistente peggioramento in termini relativi; hanno inciso su questi risultati una minore crescita della produttività e la persistenza di un basso tasso di occupazione.

I dati Istat basati sull'indagine annuale sui consumi mostrano come la Sicilia risulti tra le regioni italiane in cui più elevata è l'incidenza della povertà relativa. Tra il 2002 e il 2005 la quota di famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà è aumentata nell'Isola di quasi dieci punti percentuali, in presenza di una crescita dell'indicatore a livello meridionale molto più contenuta. Nel 2006 in regione più di una famiglia su quattro viveva in condizioni di povertà.

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