L'economia del VenetoRapporto annuale

Dopo un prolungato periodo di stagnazione, la ripresa avviata nell’estate del 2005 si è gradualmente consolidata; il tasso di crescita dell’economia regionale nel 2006 dovrebbe risultare il più elevato dall’inizio del decennio. A differenza che nel recente passato, caratterizzato da episodi di ripresa parziali e di breve durata, l’attuale ciclo espansivo ha mostrato maggiore stabilità; vi ha contribuito il comparto industriale interessato, negli ultimi anni, da un lento processo di ristrutturazione tuttora in atto. Nel primo trimestre del 2007 la crescita ha registrato una lieve decelerazione.
La produzione industriale, sotto la spinta della domanda estera, è aumentata in misura significativa. La crescita, particolarmente sostenuta nella parte centrale dell’anno, è proseguita nei primi mesi dell’anno in corso. Le attese positive sull’andamento degli ordinativi e l’aumento del grado di utilizzo della capacità produttiva hanno favorito il processo di accumulazione di capitale che, in base alle aspettative formulate dagli imprenditori, dovrebbe proseguire nel 2007.
L’andamento delle vendite all’estero è stato particolarmente positivo nei mercati più dinamici, esterni all’area dell’euro. Lo scenario favorevole per l’anno in corso, legato alle previsioni di una crescita ancora sostenuta del commercio mondiale, potrebbe essere tuttavia esposto agli effetti negativi di un ulteriore apprezzamento del tasso di cambio.
Il settore terziario ha fornito, nel complesso, un contributo positivo alla crescita economica della regione. Lo sviluppo dell’attività ha tuttavia interessato i vari comparti in modo differenziato. Alla dinamica particolarmente sostenuta nel settore turistico, alimentata dalla crescita delle presenze nazionali e straniere, si è associato un ritmo di crescita più modesto nel commercio. Il comparto dei servizi alle imprese ha beneficiato della crescita nel settore dei servizi bancari e nei trasporti.
È invece ulteriormente diminuita la produzione del settore primario, a causa dell’andamento negativo del comparto zootecnico e delle coltivazioni erbacee. I volumi produttivi nelle costruzioni sono cresciuti a ritmi modesti. Come in passato il comparto è stato penalizzato dalla decelerazione degli investimenti nel settore residenziale e dalla stagnazione del comparto delle opere pubbliche.
Alla ripresa dei livelli di attività economica è corrisposta una crescita dell’occupazione in tutti i settori, particolarmente sostenuta nei servizi. È aumentata anche la partecipazione al mercato del lavoro, cui contribuisce ormai da tempo in misura rilevante la componente extra comunitaria. La flessibilità del mercato del lavoro è ulteriormente aumentata: la quota di lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato è diminuita, sebbene a ritmi meno intensi che nel recente passato.
Il buon andamento dell’economia si è riflesso sui finanziamenti bancari che nel corso del 2006 sono risultati in lieve accelerazione. Vi ha contribuito lo sviluppo del credito a medio e lungo termine al settore produttivo, legato anche alla crescita degli investimenti e, soprattutto, l’accelerazione dei prestiti a breve termine, destinati al finanziamento del fabbisogno di liquidità delle imprese. Sono invece rallentati i finanziamenti alle famiglie consumatrici: all’intenso sviluppo del credito al consumo si è infatti contrapposta la diminuzione del ritmo di crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni, connessa anche ad alcune operazioni di cartolarizzazione. Proseguendo la tendenza in atto dagli anni novanta, lo sviluppo dell’attività creditizia è stato più intenso per le banche di minori dimensioni.
Le scelte di portafoglio delle famiglie venete si sono orientate verso strumenti caratterizzati da livelli di rischio e rendimento contenuti come i titoli di stato e obbligazionari e i depositi bancari. Gli investimenti in fondi comuni e gestioni patrimoniali sono ulteriormente diminuiti.
L’azione di bilancio delle Amministrazioni locali è apparsa limitata, negli ultimi anni, a causa di fattori di natura strutturale; essa si inserisce in un contesto nazionale caratterizzato dal contenimento delle spese, attraverso il Patto di stabilità interno, e dal risanamento dei conti economici delle aziende sanitarie. Il grado di rigidità della spesa risulta particolarmente elevato in Veneto: gli esborsi di parte corrente, più difficilmente comprimibili, relativi al personale, al finanziamento della sanità e al servizio del debito, assorbono oltre l’80 per cento della spesa complessiva.
Ulteriori vincoli alla manovra di bilancio delle Amministrazioni locali sono rappresentati dalla scarsa dinamicità delle entrate autonome e, per quanto riguarda la Regione, dalla sostanziale invarianza delle risorse derivanti dalla riforma del sistema di finanziamento regionale previsto dal D.Lgs. 18.2.2000, n. 56. Anche nel 2006 il disavanzo del comparto sanitario ha assorbito le maggiori risorse legate alla manovra tributaria della Regione.
Il contributo delle Amministrazioni locali allo sviluppo dell’economia regionale tramite nuovi investimenti è risultato in lieve ripresa nel 2006, nonostante le persistenti difficoltà incontrate dai Comuni. Il ricorso all’indebitamento è aumentato.

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