L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nel 2006, dopo un quadriennio di sostanziale stasi, l’attività economica in regione ha ripreso a crescere. In base alle prime stime disponibili (Prometeia e Svimez) il prodotto interno lordo della Liguria avrebbe mostrato una sensibile accelerazione rispetto al 2005; vi avrebbero contribuito una dinamica relativamente sostenuta degli investimenti e una più modesta espansione dei consumi.
Il comparto industriale ha beneficiato di una domanda in progressiva accelerazione, specie nella componente interna; gli ordinativi dall’estero hanno seguito un profilo più modesto, come testimoniato dalla sostanziale stazionarietà delle esportazioni. La produzione si è portata sui livelli più elevati dell’ultimo quadriennio; l’attività è risultata sostenuta nei settori dell’elettronica, della cantieristica e, in minor misura, nella chimica e nella metalmeccanica. Sulla base dell’indagine condotta dalla Banca d’Italia, il fatturato è aumentato e i risultati reddituali sono rimasti attestati sui favorevoli livelli degli anni precedenti.
Il settore delle costruzioni ha confermato il rallentamento già profilatosi nell’anno precedente. L’edilizia residenziale ha continuato a trovare sostegno negli interventi di ristrutturazione e in un mercato immobiliare in ulteriore, sia pur contenuta, espansione. Nel settore delle opere pubbliche, tuttavia, l’attività si è ridotta. L’iter progettuale e realizzativo dei principali programmi di investimento previsti per la regione ha incontrato ostacoli, anche di natura finanziaria; l’attività si è quindi incentrata su interventi urbanistici di minore rilievo individuale.
Dopo la stagnazione del 2005 le vendite al dettaglio sono cresciute in misura contenuta, sia per la grande distribuzione sia per il dettaglio tradizionale. Il movimento mercantile presso gli scali regionali è aumentato, grazie a una lieve accelerazione dei traffici a maggiore valore aggiunto; come negli anni precedenti, la crescita è stata inferiore a quella di alcuni tra i principali competitors mediterranei risentendo, a giudizio degli operatori, di una dotazione infrastrutturale non del tutto soddisfacente. Il movimento di passeggeri presso i porti è rimasto sostanzialmente stazionario; è invece aumentato quello aeroportuale, anche se in misura inferiore alla media nazionale. I flussi turistici si sono intensificati, invertendo la tendenza degli ultimi anni, grazie anche a una progressiva riqualificazione delle strutture ricettive; l’incremento, sensibile per la componente di provenienza estera, è stato sostenuto nel comprensorio delle Cinque Terre, nel Tigullio e a Genova.
È proseguita l’espansione occupazionale in atto da diversi anni, anche per effetto della regolarizzazione degli immigrati; il numero di addetti è cresciuto nell’industria e nel terziario non commerciale. Tra le nuove assunzioni, il peso dei contratti a tempo determinato è sensibilmente inferiore alla media nazionale. Il numero delle persone in cerca di occupazione si è ridotto considerevolmente, come il tasso di disoccupazione, che permane tuttavia superiore a quello dell’area nord-occidentale del paese.
I finanziamenti bancari a clientela residente hanno mostrato una notevole accelerazione, estesa a tutti i settori di attività economica. Le famiglie consumatrici hanno ulteriormente ampliato la domanda di credito, malgrado i primi segnali di incremento dell’incidenza degli oneri finanziari sul loro reddito disponibile. È proseguita l’espansione dei prestiti alle imprese delle costruzioni e del terziario; anche le aziende manifatturiere, diversamente dagli anni precedenti, hanno accresciuto i propri impieghi.
I prestiti a breve termine sono aumentati, alimentati da crescenti esigenze di finanziamento del circolante. La dinamica del credito a medio e a lungo termine è comunque rimasta superiore a quella degli impieghi a breve; per le famiglie vi ha contribuito l’incremento dei mutui immobiliari, per le imprese il costo relativamente contenuto dei prestiti a protratta scadenza e, nella seconda parte dell’anno, un incremento della spesa per investimenti. Sulla base di analisi svolte sui bilanci delle imprese liguri relativamente al periodo 1997-2005, la crescita della quota di debito a lungo termine è un fenomeno pluriennale, che si accompagna a un sensibile miglioramento nella patrimonializzazione. Tali andamenti, insieme alla flessione dei tassi di interesse che ha caratterizzato la prima metà del decennio in corso, hanno consentito alle imprese regionali di migliorare la redditività.
Il flusso di nuove sofferenze rettificate, in rapporto agli impieghi vivi all’inizio del periodo, è rimasto modesto; la sostanziale stabilità delle partite inesigibili si è tradotta in una flessione della loro incidenza sugli impieghi.
L’allocazione del risparmio ha continuato a riflettere un orientamento prudente. Sono cresciuti i depositi in conto corrente e i pronti contro termine, mentre si sono lievemente ridotte le obbligazioni. Il valore nominale dei titoli a custodia e amministrazione presso il sistema bancario è sensibilmente aumentato: per le famiglie vi hanno contribuito in primo luogo i titoli di Stato, per la restante clientela anche le azioni e le obbligazioni corporate. La raccolta netta degli OICR di diritto italiano è rimasta negativa per tutti i tipi di prodotto, a eccezione di quelli flessibili. Il valore corrente delle gestioni patrimoniali individuali è rimasto stabile; è invece ancora aumentata la raccolta premi dei prodotti di bancassurance.
Nel periodo 2003-05 la spesa per abitante delle Amministrazioni locali liguri è risultata superiore alla media delle Regioni a statuto ordinario (RSO). Tra le principali determinanti vi è l’elevato livello della spesa sanitaria pro capite, dovuto principalmente alla peculiare struttura demografica. La necessità di copertura dei disavanzi del settore, unitamente a una spesa pubblica per investimenti fissi delle Amministrazioni locali lievemente superiore alla media delle RSO, ha contribuito a portare l’incidenza delle entrate tributarie complessive sul PIL oltre il livello medio di queste ultime.
Il debito delle Amministrazioni locali liguri, in rapporto al PIL, è sostanzialmente allineato alla media delle RSO. Nel 2006 l’indebitamento è cresciuto in misura sostenuta; vi hanno contribuito i finanziamenti bancari e della Cassa depositi e prestiti, ma soprattutto le emissioni obbligazionarie, realizzate in larga parte sui mercati esteri.

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