L'economia del Friuli-Venezia GiuliaRapporto annuale

Il 2006 è stato un anno positivo per l’industria e per il terziario del Friuli Venezia Giulia, mentre è proseguita la lieve riduzione dell’attività nel settore edile.
La domanda rivolta alle imprese industriali ha fortemente accelerato, dopo la modesta crescita del biennio 2004-05: le vendite totali a prezzi costanti sono aumentate del 7,6 per cento rispetto al 2005. Il settore siderurgico regionale ha ancora tratto beneficio dal ciclo espansivo della domanda, malgrado l’aumento dei prezzi delle materie prime e la dinamica sfavorevole del tasso di cambio, mentre quello del mobile ha mostrato segnali di ripresa; l’attività della cantieristica si è mantenuta elevata.
La produzione industriale si è innalzata in misura inferiore rispetto alle vendite (4,4 per cento), con un calo delle scorte di prodotti finiti. Gli investimenti fissi lordi sono scesi in termini nominali dell’8,2 per cento. Le condizioni reddituali delle imprese industriali si sono mantenute favorevoli.
Nel 2006 le esportazioni regionali a valori correnti sono aumentate di quasi il 14 per cento, grazie alle vendite estere della meccanica utensile, della siderurgia e della cantieristica.
Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro condotta dall’Istat, gli occupati sono cresciuti del 3,1 per cento: all’aumento dell’occupazione nell’industria in senso stretto e nei servizi si è contrapposto il calo delle costruzioni; il tasso di disoccupazione è sceso al 3,5 per cento. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria si è dimezzato rispetto al 2005.
Nel 2006 i traffici di merci attraverso il porto di Trieste si sono lievemente ampliati; la movimentazione di container ha proseguito a crescere, ma in misura minore rispetto agli scali sloveni e croati concorrenti.
Tra la fine del 2005 e quella del 2006 la domanda di credito rivolta al sistema bancario è stata sospinta da operazioni di natura temporanea intraprese da società finanziarie e assicurative; per il complesso degli altri settori di attività economica i prestiti bancari sono cresciuti del 6 per cento. La richiesta di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie residenti in regione si è mantenuta robusta, con un aumento dei nuovi mutui del 7,2 per cento; il credito al consumo ha continuato a crescere in misura sostenuta.
Nel 2006 i prestiti alle imprese hanno accelerato, dopo che nell’anno precedente la dinamica dei finanziamenti era stata ridotta da operazioni di rimborso anticipato; sulla domanda di credito delle società non finanziarie hanno comunque influito in senso restrittivo la contrazione degli investimenti fissi lordi e la buona situazione di liquidità e di autofinanziamento. I tassi bancari attivi sono cresciuti, in connessione con l’andamento dei tassi di mercato.
Nel 2006 i flussi di nuove sofferenze rettificate sono saliti, rispetto agli impieghi vivi di inizio periodo, dallo 0,6 allo 0,8 per cento. L’incremento è stato sospinto dalle imprese industriali, dove si concentrano, secondo le informazioni desumibili dagli archivi sui bilanci, le aziende in condizioni finanziarie relativamente meno favorevoli, specie se di piccole dimensioni. Anche gli ingressi in sofferenza nei confronti delle famiglie sono saliti, dallo 0,5 allo 0,6 per cento degli impieghi vivi di inizio periodo.
La raccolta bancaria in regione è aumentata del 3,6 per cento. Tra la fine del 2005 e quella del 2006 la componente relativa alle famiglie consumatrici ha progressivamente accelerato dallo 0,5 al 5,1 per cento: la ripresa delle obbligazioni bancarie si è accompagnata all’ulteriore crescita dei depositi. I titoli in custodia e amministrazione delle famiglie sono saliti lievemente, con una quota crescente di titoli di Stato e obbligazioni non bancarie a scapito delle quote di fondi comuni e delle azioni.
Nel 2006 le entrate e le uscite della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, al netto dell’avanzo di amministrazione e delle partite di giro, sono rimaste sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente. Dal lato delle entrate la crescita dei tributi propri e devoluti è stata controbilanciata dal brusco calo delle altre categorie di entrata; da quello delle spese il lieve calo degli impegni a valenza esterna si è accompagnato all’aumento delle spese interne.

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