L'economia dell'Emilia-RomagnaRapporto annuale

Nel 2006 l’attività economica regionale ha avuto una ripresa. In base alle stime di Unioncamere, la crescita del PIL avrebbe accelerato all’1,9 per cento, dallo 0,7 dell’anno precedente. L’incremento sarebbe stato sostenuto principalmente da quello delle esportazioni e degli investimenti fissi lordi. Il valore della produzione agricola è leggermente aumentato, grazie a un generale incremento dei prezzi. L’attività è cresciuta nell’industria manifatturiera, dove gli ordini e la produzione sono aumentati in tutti i rami produttivi a eccezione di quello dei prodotti in legno. Il settore delle costruzioni ha continuato a crescere, sebbene a un tasso inferiore a quello dell’anno precedente. La domanda di abitazioni da parte delle famiglie si è mantenuta elevata, pur mostrando segni di rallentamento nel secondo semestre. Si è avuta una ripresa delle vendite al dettaglio che ha riguardato anche gli esercizi della piccola e media distribuzione. La spesa per beni di consumo durevole è risultata in accelerazione. Anche i flussi turistici verso la regione sono aumentati in misura maggiore rispetto all’anno precedente, sospinti dai flussi dall’estero. Il movimento marittimo di merci è tornato a crescere ed è proseguito l’incremento del traffico aereo di passeggeri. L’occupazione ha continuato a espandersi, in accelerazione rispetto a un anno prima, soprattutto grazie alla crescita del lavoro dipendente. Un contributo significativo è stato fornito dall’incremento del numero di lavoratori stranieri.
I prestiti alla clientela regionale hanno mantenuto gli elevati ritmi di crescita dell’anno precedente. La minore espansione del credito attribuibile all’aumento dei tassi di interesse e al venire meno degli effetti di stimolo delle operazioni di fusione e acquisizione è stata compensata dalle maggiori esigenze finanziarie connesse con la ripresa economica e con la prosecuzione della crescita nelle costruzioni. Anche il credito al consumo ha avuto una crescita simile a quella degli anni precedenti, grazie all’aumento delle spese per beni durevoli e allo sviluppo delle modalità di offerta. I flussi di sofferenze in rapporto ai prestiti sono diminuiti rispetto al 2005. La crescita dei depositi delle famiglie ha superato quella dell’anno precedente, grazie alla dinamica positiva dei pronti contro termine. È aumentato soprattutto lo stock di titoli di stato e di obbligazioni bancarie. È proseguita invece la flessione delle quote di fondi comuni e delle gestioni patrimoniali.

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