L'economia della Basilicata nel 2005Rapporto annuale

Nel 2005 l’attività economica della Basilicata si è mantenuta modesta, risentendo del protrarsi della fase di debolezza ciclica che ha caratterizzato l’economia nazionale. Vi ha contribuito una crescita ancora contenuta della domanda interna, conseguenza della ridotta capacità di consumo delle famiglie.

È proseguito l’incremento della produzione agricola, ancora sospinta dal recupero della raccolta cerealicola. L’attività produttiva dell’industria manifatturiera, nel complesso stazionaria, ha evidenziato deboli segnali di ripresa non confermati all’inizio del 2006; secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia su un campione di imprese con 20 addetti e oltre, il fatturato a prezzi costanti è lievemente diminuito.

Sono calate le vendite all’estero dell’industria automobilistica e dei salotti, principali settori esportatori della regione. L’edilizia non ha manifestato significativi segnali di ripresa, scontando difficoltà soprattutto nel comparto delle opere pubbliche.

L’attività nei servizi è risultata nel complesso positiva; sono lievemente diminuite le vendite degli esercizi del commercio al dettaglio mentre è risultata intensa l’espansione delle presenze turistiche.

È continuata la riduzione dell’occupazione, riflettendo il calo dei lavoratori indipendenti; il tasso di disoccupazione, sebbene in flessione, resta più elevato della media nazionale.

È proseguita la crescita del credito bancario. I finanziamenti alle famiglie consumatrici sono stati ancora sospinti dalla domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni e dal credito al consumo. I prestiti alle imprese sono aumentati, in linea con il lieve ampliamento del fabbisogno finanziario. La qualità del credito ha risentito della debolezza del ciclo congiunturale: l’incidenza sui prestiti delle nuove partite anomale è risultata più elevata rispetto alla media del paese.

La raccolta è cresciuta soprattutto nelle componenti più liquide. Il valore nominale dei titoli in deposito presso le banche è diminuito, risentendo della riallocazione del risparmio delle famiglie verso forme di investimento non finanziario.

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