L'economia dell'Abruzzo nel 1999Rapporto annuale

Nel 1999 il prodotto regionale è aumentato secondo le stime della SVIMEZ, dello 0,7 per cento, in misura inferiore rispetto alla media nazionale.

La produzione industriale, dopo il minimo ciclico raggiunto nel primo trimestre, ha ripreso a crescere grazie alla ripresa degli ordinativi e al miglioramento delle aspettative degli operatori. Nella media dell’anno, secondo l’indagine della Confindustria abruzzese, la produzione del comparto manifatturiero è aumentata del 3,7 per cento rispetto al 1998. Le iniziali incertezze sull’evoluzione congiunturale e sulle prospettive della domanda hanno però influenzato negativamente la spesa per
investimenti, che è risultata in flessione rispetto all’anno precedente.

Nel settore delle costruzioni sono mancati i segnali di ripresa emersi nel corso del 1998. Nel comparto delle opere pubbliche si è ridotto il numero di opere bandite e l’importo dei bandi; nel comparto dell’edilizia è diminuita, nel complesso, sia la volumetria realizzata che il numero di nuove costruzioni.

La produzione agricola è cresciuta in misura modesta: il buon andamento dei cereali e delle colture arboree è stato in parte controbilanciato da un sensibile decremento della produzione di ortaggi.

Nel turismo sono aumentate le presenze sia dei turisti italiani sia di quelli stranieri.

Anche nel 1999 è proseguita la riduzione dell’occupazione nei principali settori economici della regione. La flessione ha riguardato in particolare i lavoratori indipendenti e la componente femminile. Il tasso di disoccupazione è aumentato di un punto percentuale rispetto all’anno precedente (dal 9,1 al 10,1 per cento). Miglioramenti nella situazione del mercato del lavoro si sono registrati all’inizio dell’anno in corso, grazie alla ripresa dell’attività produttiva.

Tra la fine del 1998 e la fine del 1999 il credito bancario in favore della clientela abruzzese è aumentato del 6 per cento, a un ritmo superiore a quello dell’anno precedente (4,3 per cento). La crescita è stata determinata soprattutto dalla elevata dinamica dei mutui erogati alle
famiglie e finalizzati alla ristrutturazione e all’acquisto di immobili.

I prestiti in sofferenza sono diminuiti soprattutto per effetto delle operazioni di cartolarizzazione. Nonostante tale riduzione, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti si è mantenuta su livelli superiori alla media nazionale.

La raccolta bancaria, in rallentamento rispetto al 1998, è aumentata in misura contenuta (1,3 per cento). È continuato il processo di mutamento nella composizione dell’aggregato: all’ulteriore riduzione dei certificati di deposito si è contrapposto l’incremento dei conti correnti e delle obbligazioni. I titoli acquistati direttamente dalla clientela abruzzese e affidati in custodia alle banche sono aumentati del 2,7 per cento, mentre sono diminuite le gestioni patrimoniali bancarie. La raccolta postale ha accresciuto ulteriormente il suo peso nell’ambito del risparmio regionale: in rapporto alla raccolta bancaria, è passata - tra la fine del 1998 e quella del 1999 - dal 52,5 al 56,6 per cento.

Nel 1999 è proseguita la riduzione dei tassi di interesse: il calo si è concentrato nel primo semestre. Nel secondo semestre, a seguito del rialzo dei tassi sul mercato monetario, la tendenza alla riduzione dei tassi bancari attivi si è interrotta; quelli passivi sono lievemente aumentati. Nel complesso dell’anno la discesa dei tassi attivi (dall’8,6 per cento nel dicembre del 1998 al 6,4 per cento dello stesso mese del 1999) è stata più accentuata di quella dei tassi passivi (dal 2,4 all’1,7 per cento); lo spread si è ulteriormente ridotto. Sui conti economici delle banche con sede in
Abruzzo questa dinamica si è tradotta in una flessione del margine di interesse. Anche il risultato di gestione è peggiorato; vi ha influito la riduzione dei ricavi netti da negoziazione titoli. I costi del personale sono aumentati a ritmi contenuti.

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