L'economia dell'Emilia Romagna- Aggiornamento congiunturale, novembre 2014

Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale dell'economia dell'Emilia Romagna.

 

Sommario

Nel primo semestre l'attività economica regionale ha mostrato diffusi segnali di debolezza. Nell'industria manifatturiera gli ordini sono lievemente diminuiti, sebbene a un tasso inferiore rispetto al semestre precedente. Il calo si è concentrato soprattutto nel settore dei prodotti in legno e nel tessile a fronte della stagnazione del comparto alimentare e di una modesta espansione nell'industria meccanica. La domanda interna è rimasta debole, quella estera ha continuato a sostenere l'industria regionale.

L'incertezza sull'evoluzione del quadro congiunturale e la prudenza delle politiche creditizie hanno frenato la ripresa degli investimenti. Nel settore delle costruzioni permane la fase recessiva, pur in presenza di timidi segnali di ripresa delle compravendite residenziali. Tra i principali comparti dei servizi, è proseguito il calo delle vendite nel commercio al dettaglio, condizionato dalle incerte prospettive occupazionali e reddituali delle famiglie, e si è ridotto il numero delle presenze dei turisti, soprattutto di quelli italiani.

Si è interrotto il calo dell'occupazione. Le persone in cerca di occupazione sono invece ulteriormente aumentate, innalzando il tasso di disoccupazione all'8,7 per cento, un livello storicamente elevato. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, sia pure in calo rispetto all'anno scorso, permane elevato.

Il quadro congiunturale rimane connotato da una notevole incertezza. Il sondaggio della Banca d'Italia presso le imprese della regione rileva per i prossimi mesi alcuni segnali di miglioramento del fatturato e di ripresa degli investimenti, peraltro circoscritti alle imprese industriali maggiormente orientate all'export.

A giugno i prestiti alle imprese sono ancora diminuiti; il calo, comune a tutti i settori produttivi, ha riguardato sia le forme tecniche associate alla gestione del circolante sia quelle collegate al finanziamento degli investimenti. Tali dinamiche hanno riflesso la debolezza della domanda di finanziamenti da parte delle imprese e politiche di offerta che si mantengono selettive. Anche il credito alle famiglie consumatrici si è leggermente contratto, nonostante le nuove erogazioni per l'acquisto di abitazioni siano tornate a espandersi. I tassi di interesse mediamente applicati sui crediti a breve termine sono rimasti pressoché invariati; quelli sui prestiti a medio-lungo termine sono leggermente diminuiti.

Gli indicatori di rischiosità del credito, pur in miglioramento, permangono su livelli storicamente elevati. Il calo dei prestiti alle imprese e alle famiglie è proseguito anche nei mesi estivi. L'indagine della Banca d'Italia presso gli intermediari bancari indica, per la seconda parte dell'anno, una mode-sta espansione della domanda da parte del settore privato a fronte di una sostanziale invarianza delle condizioni di accesso al credito.