Il lavoro studia empiricamente le determinanti delle marcate differenze osservabili - nel tempo e tra paesi dell’area dell'euro - nel ricorso alle diverse tipologie di mutuo, distinguendo tra quelli a tasso variabile e quelli a tasso fisso. L'analisi considera sia fattori di domanda, connessi con le preferenze e le caratteristiche dei mutuatari, che di offerta.
I risultati suggeriscono che l'incidenza dei mutui a tasso variabile sul totale di quelli erogati è maggiore laddove: (i) la volatilità dell'inflazione è storicamente alta; (ii) il grado di alfabetizzazione economico-finanziaria è relativamente elevato; (iii) non vi sono normative che agevolino l'utilizzo dei mutui come garanzia di strumenti di raccolta quali covered bonds e mortgage backed securities (MBS); (iv) è marcata la correlazione negativa tra il tasso di disoccupazione e il tasso di interesse a breve termine.