N. 909 - L'offerta di credito durante la crisi del debito sovrano

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di Marcello Bofondi, Luisa Carpinelli ed Enrico Setteaprile 2013

Il propagarsi della crisi del debito sovrano dalla seconda metà del 2011 ha determinato un forte rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani, che si è riflesso in difficoltà di accesso ai mercati all’ingrosso e in più elevati costi di provvista per gli intermediari bancari italiani. Il lavoro verifica in quale misura tali difficoltà di raccolta si siano tradotte in una riduzione dell’offerta di credito alle imprese da parte delle banche italiane.

L’identificazione del meccanismo di trasmissione attraverso il quale aumenti del rischio sovrano riducono l’offerta di credito è un esercizio complesso. Le crisi del debito sovrano, infatti, sono frequentemente alimentate dalla fragilità del sistema bancario e accompagnate da fasi recessive, durante le quali anche la domanda di credito si contrae, rendendo difficile isolare l’effetto dell’offerta. Per identificare l’effetto dello shock, il lavoro confronta l‘offerta delle banche italiane con quelle delle succursali e delle filiazioni di banche estere, le cui case madri risiedono in paesi meno colpiti dalle turbolenze sui mercati del debito sovrano. Le stime sono effettuate su un campione di imprese affidate da almeno una banca italiana e almeno una banca estera, per un totale di circa 670.000 relazioni banca-impresa, distinguendo il periodo precedente la crisi (dicembre 2010 – giugno 2011) e quello di crisi (luglio – dicembre 2011).

La crisi del debito sovrano ha causato una significativa restrizione dell’offerta di credito alle imprese. Tra luglio e dicembre 2011 le banche italiane hanno ridotto il credito accordato di circa tre punti percentuali in più rispetto alle banche straniere e hanno applicato tassi di interesse più al ti di 15-20 punti base. Le banche italiane hanno inoltre ridotto la loro propensione a interrompere le relazioni di credito, con la clientela. Tuttavia, rispetto alle banche straniere, è fortemente calata anche la probabilità di accettare nuovi clienti.

Il lavoro verifica inoltre in quale misura i risultati siano guidati dalle caratteristiche delle banche in termini di struttura dei bilanci. I risultati mettono in luce che le banche italiane, anche qualora avessero avuto le stesse caratteristiche di bilancio di quelle straniere, avrebbero comunque ristretto il credito in misura maggiore. Ciò indica che l’aumento del rischio sovrano è stato un fattore chiave nell’influenzare l’offerta di credito, più delle caratteristiche specifiche delle singole banche.

I risultati mostrano, infine, che le imprese non sono riuscite a sostituire completamente il minor credito erogato dalle banche italiane incrementando quello fornito da quelle straniere. Sebbene queste ultime abbiano contribuito a mitigare l’impatto della crisi del debito sovrano, la domanda di credito delle imprese non è stata interamente soddisfatta: la crisi ha pertanto determinato una complessiva riduzione nell’offerta dei prestiti a livello aggregato.

Pubblicato nel 2018 in: Journal of the European Economic Association, v.16, 3, pp. 696-729

Testo della pubblicazione