N. 803 - Sussidi e finanziamenti bancari: sostituti o complementi? Evidenza su un campione di imprese italiane

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di Amanda Carmignani e Alessio D'Ignazioaprile 2011

I sussidi costituiscono una parte rilevante delle politiche pubbliche a sostegno del sistema produttivo delle piccole e medie imprese (PMI). Tra le diverse forme di aiuti, in Italia si è fatto prevalentemente ricorso ai trasferimenti a fondo perduto e ai prestiti agevolati, giustificati dalla maggiore difficoltà che incontrano le PMI nell’accesso al credito e nelle condizioni di costo. Questo lavoro analizza in particolare l’esperienza dei prestiti agevolati a valere su fondi pubblici erogati dalle banche nel periodo 1998-2007.

I modelli teorici suggeriscono che l’effetto di questi sussidi sulla dinamica dei prestiti dipende dalla disponibilità di risorse finanziarie delle imprese beneficiarie: quelle che non sono finanziariamente vincolate utilizzerebbero i prestiti agevolati per sostituire, almeno in parte, i più costosi finanziamenti privati; in presenza, invece, di vincoli finanziari le imprese utilizzerebbero le risorse pubbliche per espandere la produzione e gli investimenti.

Lo studio utilizza i dati della Centrale dei rischi (CR), che si riferiscono ai rapporti tra ciascuna banca e ciascuna impresa e che comprendono anche informazioni sulle imprese di piccole dimensioni, raramente osservate nei lavori su questo tema.

La tecnica utilizzata nel lavoro è quella dell’analisi controfattuale, che si basa sul confronto tra il campione delle imprese “trattate”, ossia che hanno beneficiato di prestiti agevolati, e quello delle imprese simili “non trattate”. In particolare, viene stimato il differenziale tra il tasso di crescita dei finanziamenti bancari delle imprese beneficiarie di sussidi pubblici dopo l’erogazione dell’agevolazione e quello, teorico, che si sarebbe registrato in assenza dell’aiuto.

Lo studio mostra che i prestiti agevolati sono utilizzati dalle imprese più grandi, ovvero quelle il cui indebitamento nel periodo pretrattamento è superiore al valore mediano, per sostituire i più costosi finanziamenti bancari, mentre le imprese di minori dimensioni li usano per incrementare la loro disponibilità di risorse finanziarie. In media, il rapporto di sostituzione risulta elevato, essendo stimato tra il 70 e l’84 per cento. Tali risultati trovano conferma nell’analisi dell’impatto dei sussidi pubblici su variabili di natura reale. L’esercizio, condotto con riferimento al sottoinsieme delle imprese di maggiori dimensioni, per le quali risultano disponibili i dati, mostra infatti un impatto nullo dei sussidi pubblici sugli investimenti.

Il lavoro rinforza dunque l’evidenza sulle maggiori difficoltà incontrate dalle imprese più piccole nell’accesso al credito e sulla limitata efficacia delle politiche di incentivazione alle imprese in Italia.