N. 793 - Disponibilità di credito e investimento in Italia: le lezioni della “Grande Recessione”

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di Eugenio Gaiottifebbraio 2011

Il lavoro analizza gli effetti della disponibilità di credito bancario sugli investimenti delle imprese italiane, utilizzando le informazioni dell’indagine sulle imprese manifatturiere della Banca d’Italia (Invind), relative alla difficoltà di ottenere credito, ai piani di investimento e alla loro successiva realizzazione. L’analisi è condotta su un panel di circa 1,200 imprese per il periodo 1988-2009.

Secondo i modelli macroeconomici standard, gli effetti del mercato del credito sull’economia sono trasmessi tramite le modifiche dei tassi di interesse. Un diverso filone di analisi sostiene invece che sono soprattutto le variazioni nel volume di finanziamenti disponibili a vincolare le decisioni di spesa e influenzare le fluttuazioni dell’attività economica. È normalmente difficile trovare evidenza empirica robusta a sostegno di questa ipotesi, che è però tornata di attualità dopo la crisi finanziaria globale.

Nel lavoro si avanza la congettura che l’effetto della disponibilità di credito bancario sugli investimenti dell’impresa dipenda dallo stato dell’economia, e in particolare diventi molto ampio solo in alcuni momenti, come nel corso di una recessione, quando anche la disponibilità di autofinanziamento o di fondi di altro tipo è scarsa. Da ci ò potrebbe derivare la difficoltà di stimare gli effetti del credito sull’economia in base a serie temporali o panel brevi. Il campione utilizzato nel lavoro permette di verificare questa ipotesi, sfruttando sia la elevata variabilità cross section dei dati, sia l’ampio arco di tempo coperto, che consente di isolare quattro episodi di recessione.

Le stime confermano che l’impatto della disponibilità di credito bancario sull’investimento è fortemente variabile con il ciclo: la difficoltà nell’ottenere prestiti bancari limita l’attuazione dei piani di accumulazione dell’impresa nelle fasi di contrazione dell’economia, in misura statisticamente ed economicamente significativa; ha conseguenze molto meno rilevanti durante un’espansione.

Le variazioni cicliche nella disponibilità di fonti di finanziamento alternative sono alla base di questo risultato. Il lavoro mostra infatti che la sensibilità dell’investimento alla disponibilità di prestiti bancari resta sempre elevata per le imprese che hanno scarso accesso a finanziamenti alternativi (approssimate da quelle non appartenenti a gruppi industriali); varia con il ciclo per le altre imprese.

Sulla base dei risultati, è possibile valutare l’impatto delle difficoltà di accesso al credito durante la crisi globale, che hanno interessato il 10% delle imprese industriali del campione; al 13% era stato anche richiesto un rientro delle linee di credito. Ciò avrebbe avuto un impatto sull’investimento non trascurabile (circa un quinto della caduta dell’accumulazione registrata nel triennio 2008-2010), anche se non è stata la principale determinante della flessione dell’attività produttiva.

Pubblicato nel 2013 in: European Economic Review, v. 59, pp. 212-227