N. 11 - I tassi di recupero delle sofferenze nel 2016

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di F. M. Conti, I. Guida, A. Rendina e G. Santini

La presente nota aggiorna al 2016 le stime sui tassi di recupero delle sofferenze pubblicate con la Nota di stabilità finanziaria e di vigilanza n. 7 e presenta un’analisi comparativa delle caratteristiche delle sofferenze chiuse rispetto alle consistenze in essere alla fine del 2016. I dati,  insieme ad alcune disaggregazioni di dettaglio commentate ma non riportate nel testo, vengono resi disponibili in formato elettronico. Dall'analisi emergono i seguenti risultati principali.

  • Nel 2016 il controvalore delle posizioni chiuse ha raggiunto il massimo dal 2006 (17 miliardi, contro i 13 del 2015), principalmente per effetto dell'aumento delle cessioni sul mercato. Tale valore rimane inferiore a quello dei nuovi ingressi in sofferenza, ma la differenza si è più che dimezzata nell'ultimo triennio. Il numero delle posizioni chiuse è stato superiore a quello delle posizioni aperte.
  • Nel 2016 il tasso di recupero medio si è attestato al 34% (35% nel 2015 e 34% nel 2014). La lieve riduzione ha riflesso il significativo incremento della quota delle cessioni, caratterizzate da tassi di recupero che si mantengono notevolmente inferiori rispetto a quelli conseguibili attraverso le procedure ordinarie. Per contro, è aumentato il recupero medio ottenuto tramite cessioni sul mercato (23% contro 20% nel 2015).
  • Prosegue il graduale incremento della velocità di smaltimento delle sofferenze. La quota di posizioni chiuse entro un anno dall'ingresso a sofferenza, scesa sino a un minimo del 20% nel 2012, è risalita al 38% per le posizioni aperte nel2015. In termini di importi, il rapporto fra l'ammontare delle sofferenze chiuse in ciascun anno e lo stock esistente all'inizio del periodo, che aveva toccato il minimonel 2013 (6%), nell'ultimo triennio è stato sempre superiore all'8%, attestandosi al di sopra del 9% nel 2016.
  • I tassi di recupero osservati di recente non sembrano sovrastimare i recuperi che potranno essere conseguiti nei prossimi anni. Infatti le posizioni chiuse nel periodo 2006-2016, su cui sono calcolati i tassi di recupero, presentano una anzianità nettamente maggiore rispetto a quella media della consistenza di posizioni in essere a fine 2016, e una minore incidenza di quelle assistite da garanzie reali. La composizione per settore di controparte (famiglie, imprese) e la ripartizione geografica (nord, centro, sud) appaiono sostanzialmente analoghe.

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