N. 50 - L'economia della LiguriaRapporto annuale

Nel 2009 l'economia della Liguria ha sperimentato la fase più acuta della recessione seguita alla crisi economica e finanziaria internazionale. Dalla seconda metà dell'anno sono emersi alcuni segnali di ripresa, che rimangono ancora deboli. La marcata caduta dell'attività produttiva nel 2009 è stata tuttavia inferiore a quella delle regioni settentrionali: vi ha contribuito la struttura settoriale dell'economia ligure, che presenta una rilevanza contenuta dell'industria e del commercio estero, e un maggior peso dei servizi privati e pubblici. Gli stessi fattori strutturali che hanno contenuto nel 2009 gli effetti della recessione, potrebbero limitare in prospettiva l'entità della ripresa.

Nell'industria la produzione si è ridotta in misura marcata, con riflessi negativi sugli investimenti e sulla redditività delle imprese. Il punto di minimo ciclico è stato raggiunto nella prima parte dell'anno, mentre dagli ultimi mesi si è registrata una debole ripresa della domanda. La cantieristica e i settori ad alta tecnologia hanno beneficiato di commesse pluriennali, acquisite in larga parte in periodi antecedenti alla crisi; le consegne di alcune di queste contribuiscono a spiegare l'aumento delle esportazioni.

Anche nel comparto delle costruzioni l'attività è diminuita. L'edilizia residenziale, a fronte della scarsità di nuove costruzioni, è stata sostenuta dalle ristrutturazioni. Sul mercato immobiliare si è progressivamente attenuata la diminuzione delle compravendite in atto da un triennio; i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili. Dalla fine del 2009 sono stati avviati alcuni lavori pubblici, dopo un prolungato periodo di stagnazione; stentano tuttavia ad avviarsi importanti opere infrastrutturali, finora solo parzialmente finanziate.

Il traffico mercantile presso i porti liguri ha registrato una caduta significativa, risentendo sia della contrazione del commercio internazionale, sia della diminuzione dell'attività di industria pesante e raffinerie. Nei primi mesi del 2010 vi sono stati segnali di ripresa, anche se rimangono in larga parte irrisolti i nodi operativi e strutturali che condizionano l'efficiente trasporto delle merci.
Nel settore commerciale le vendite al dettaglio sono diminuite; il calo si è concentrato nel segmento del commercio tradizionale, mentre vi è stata una lieve crescita nel fatturato nominale della grande distribuzione. Le giornate trascorse dai turisti presso le strutture ricettive sono lievemente diminuite, in particolare nella componente di provenienza estera.

L'incremento occupazionale in atto da diversi anni, favorito dalla regolarizza-zione degli immigrati, si è interrotto: il numero di occupati si è ridotto, sia pure in misura inferiore rispetto alla media delle regioni nordoccidentali. È aumentato il numero delle persone in cerca di lavoro; la loro crescita è stata frenata dall'ampio ricorso alla Cassa integrazione guadagni, dapprima nella componente ordinaria, in seguito in quella straordinaria e in deroga.

I finanziamenti bancari alle famiglie sono aumentati, pur con una decelerazione; quelli alle imprese sono lievemente diminuiti, specie per le aziende medio-grandi e per quelle caratterizzate da una situazione reddituale e patrimoniale meno robusta. Nell'ambito del settore produttivo sono ancora cresciuti i prestiti a medio e a lungo termine, in parte finalizzati a esigenze di ristrutturazione finanziaria. Le piccole imprese hanno trovato nel sistema dei confidi un sostegno per le proprie esigenze di accesso al credito. I tassi medi praticati sui finanziamenti sono diminuiti in misura consistente, in linea con l'andamento del mercato.

Il flusso di nuove sofferenze emerse nel 2009 in rapporto ai prestiti è aumentato rispetto all'anno precedente. Il dato ligure è sostanzialmente allineato alla media nazionale per le famiglie consumatrici, notevolmente inferiore a quello del paese per le imprese.

La raccolta di risparmio effettuata dal sistema bancario nella regione, sia nella forma dei depositi in conto corrente che in quella delle obbligazioni, è aumentata in misura sostenuta. I valori mobiliari a custodia e amministrazione presso le banche sono rimasti pressoché invariati; nell'ambito dell'aggregato sono sensibilmente diminuiti i titoli di Stato, mentre sono cresciute le obbligazioni non bancarie, le quote di fondi comuni di investimento e le azioni, in relazione sia a un primo recupero della domanda per questi strumenti, sia all'evoluzione delle quotazioni determinata dalla ripresa dei mercati.

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