Il Gruppo dei Governatori delle Banche centrali e dei Capi delle Autorità di vigilanza (Group of Central Bank Governors and Heads of Supervision - GHOS) ha raggiunto oggi un accordo sulla finalizzazione del pacchetto di riforme regolamentari noto come "Basilea III".
La Banca d’Italia saluta con favore l'accordo, che rappresenta il completamento delle risposte alle debolezze del quadro regolamentare emerse nel corso della crisi finanziaria globale, introduce un insieme di regole che rafforzano la solidità del sistema bancario e supportano l'erogazione del credito all'economia, contribuisce a ridurre l'incertezza regolamentare sul sistema bancario internazionale.
L'obiettivo principale dell'accordo è quello di ridurre l'eccessiva variabilità nel calcolo delle attività ponderate per i rischi (Risk Weighted Assets, RWA) tra le banche. Un'eccessiva variabilità, infatti, riduce la comparabilità tra i coefficienti di capitale, mina la fiducia degli operatori di mercato sulle metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali sviluppate internamente dalle banche, aumenta il costo dei fondi raccolti dagli intermediari sul mercato.
Le riforme entreranno in vigore il 1° gennaio 2022; al fine di garantire una introduzione graduale delle nuove regole è previsto un regime transitorio della durata di cinque anni. Il GHOS ha deciso di posticipare al 1° gennaio 2022 anche l'entrata in vigore della "Revisione complessiva del portafoglio di negoziazione" (Fundamental Review of the Trading Book, FRTB), originariamente fissata al 1° gennaio 2019.
Principali contenuti dell'accordo
Il pacchetto di riforme approvato dal GHOS introduce le seguenti principali innovazioni:
- un nuovo approccio standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito;
- vincoli all'utilizzo dell'approccio basato sui modelli interni (Internal Rating Based, IRB) per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito;
- un nuovo approccio standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio operativo, che sostituirà tutti gli attuali approcci, incluso il Metodo Avanzato di Misurazione (Advanced Measurement Approach, AMA);
- un buffer addizionale di capitale per le istituzioni a rilevanza sistemica globale nell'ambito della disciplina sull'indicatore di leva finanziaria (Leverage Ratio);
- un output floor, che fisserà un livello minimo ai requisiti patrimoniali calcolati sulla base dei modelli interni pari, a regime, al 72,5 per cento di quelli calcolati sulla base dei metodi standardizzati.
L'introduzione dell'output floor, in particolare, contribuirà alla riduzione dell'eccessiva variabilità nel calcolo delle attività ponderate per i rischi, favorendo così la trasparenza e la parità concorrenziale.
Al fine di favorire il finanziamento delle piccole e medie imprese, l'accordo prevede - in linea con quanto già in vigore nell'Unione europea - un trattamento preferenziale per le esposizioni verso queste controparti nell'ambito della metodologia standardizzata per il rischio di credito. Inoltre, alle esposizioni garantite da ipoteche su immobili residenziali, ritenute relativamente meno rischiose, si applicheranno requisiti patrimoniali generalmente più contenuti rispetto alle regole attualmente vigenti. Si tratta di previsioni importanti per il mercato italiano.
Pubblicazione di un Discussion Paper sulle esposizioni sovrane
Oggi è stato anche comunicato che il Comitato di Basilea ha completato la revisione del trattamento regolamentare delle esposizioni sovrane con la pubblicazione di un Discussion Paper sul tema. Tuttavia, dato che non è stato possibile raggiungere un consenso sull'opportunità di rivedere il trattamento al momento in vigore, che rimane quindi invariato, il Comitato ha deciso di non sottoporre a consultazione pubblica le possibili opzioni regolamentari illustrate nel Paper.