Turnover - aprile 2004

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Nel mese di aprile del 2004, l'Ufficio Italiano dei Cambi ha condotto la consueta indagine triennale sul volume delle transazioni effettuate sui mercati dei cambi e derivati dalle principali banche residenti.

L'indagine è stata condotta contemporaneamente da 52 banche centrali e autorità monetarie sotto l'egida della Banca dei Regolamenti Internazionali, la quale provvede a diffondere i risultati globali preliminari, dopo averli depurati della doppia contabilizzazione "cross-border".

L'indagine sul mercato italiano ha riguardato un campione di 46 banche (43 aziende di credito italiane e 3 filiali di banche estere). Si stima che l'attività di questi intermediari nel settore dei cambi e dei prodotti derivati rappresenti rispettivamente circa il 92 e 84 per cento del totale, mentre il campione dell'indagine del 2001 rappresentava l'80 per cento in entrambe i mercati. I dati sono rapportati a una base giornaliera e depurati della doppia contabilizzazione delle transazioni svolte tra gli intermediari del campione (ma non di quella cross-border che è effettuata dalla BRI).

Nell'aprile del 2004 il volume lordo complessivo delle negoziazioni in cambi dell'intero sistema, tenendo conto della rappresentatività del campione, è stato dell'ordine di 481 miliardi di dollari; tale volume è risultato di 456 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (416 e 403 nel 2001). Il volume medio giornaliero degli scambi, considerati i 21 giorni lavorativi del mese di riferimento, è stimato in circa 22 miliardi di dollari (21 nel 2001). Aggiungendo alle transazioni in cambi quelle in prodotti derivati, il volume lordo mensile è passato a 1.609 miliardi di dollari, pari a 1.490 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (1.024 e 981 nel 2001). Il volume medio giornaliero degli scambi ha raggiunto i 71 miliardi di dollari (52 nel 2001).

I risultati dell'indagine confermano il cambiamento nella struttura del mercato non regolamentato (over the counter - OTC) rilevato nell'edizione del 2001. Gli strumenti su tassi di interesse che per la prima volta nel 2001 avevano superato in volume gli strumenti su valute, hanno continuato a rappresentare la componente più importante del mercato OTC. Il peso delle controparti bancarie, soprattutto estere, è fortemente aumentato nel segmento dei tassi di interesse, mentre ha registrato una contrazione nel segmento dei tassi di cambio a favore delle altre controparti finanziarie.

Il mercato tradizionale dei cambi ha ridotto ulteriormente il suo contributo al turnover complessivo (33 per cento), dopo il calo del 2001 da 86 a 41 per cento, nonostante la crescita del segmento a pronti che ha raddoppiato i volumi. La modesta crescita del segmento a termine ne ha ridimensionato il peso al 57 per cento del totale. Nell'ambito del mercato dei derivati, i derivati su cambi hanno quasi triplicato il loro contributo al turnover complessivo (8 per cento), grazie alla crescita delle options.

A fianco della crescita contenuta del mercato dei cambi, è stato registrato un pronunciato incremento del mercato dei tassi di interesse sia in termini assoluti che relativi. Il volume dei derivati su tassi è passato da circa 563 miliardi di dollari a 947 miliardi di dollari, ma la quota sul turnover dei mercati derivati è scesa dal 97 al 92 per cento, essendo aumentato il peso dei derivati su cambi.

La tipologia di strumenti più diffusa rimane quella dello swap. Il volume degli swaps è risultato preponderante sia nel mercato a termine delle valute (67 per cento) che nel mercato dei tassi (73 per cento). Mentre nel mercato delle valute gli outright forwards sono raddoppiati in termini assoluti, nel mercato dei tassi i forward rate agreements hanno perso importanza (21 per cento). Il volume delle options su valuta è quasi raddoppiato rispetto a quello delle options su tassi e il loro peso sui rispettivi mercati è stato pari rispettivamente al 22 e al 6 per cento.

Analogamente al mercato dei cambi, l'attività sui mercati derivati ha continuato ad essere caratterizzata da una elevata percentuale di transazioni interbancarie (90 per cento) e di attività svolta con controparti non residenti (86 per cento), quasi esclusivamente banche. Il peso delle banche residenti si è accresciuto sia sul mercato delle valute (al 6 per cento) che sul mercato dei tassi (al 9 per cento), mentre quello delle altre istituzioni finanziarie è aumentato nel mercato dei cambi (al 27 per cento) e fortemente diminuito nel mercato dei tassi (all'11 per cento).

Al contrario di quella internazionale, l'attività domestica è risultata concentrata presso la clientela. Tuttavia il peso della clientela residente si è ridotto al 6 per cento sul mercato delle valute, mentre è rimasto intorno all'1 per cento sul mercato dei tassi.

Sui mercati dei cambi e derivati le operazioni denominate in euro sono risultate prevalenti e hanno rappresentato circa il 78 per cento (84 per cento nel 2001) del turnover complessivo.

Relativamente alla distribuzione per valuta, il ruolo del dollaro ha continuato a prevalere sia sul mercato a pronti che su quello a termine. Il volume dei contratti in dollari ha superato largamente il volume dei contratti riferiti a qualsiasi altra valuta.

Le transazioni euro/dollaro hanno rappresentato circa l'81 per cento di tutte le operazioni contro euro (52 per cento senza il mercato a pronti). La coppia dollaro/sterlina (35 per cento) è risultata la più trattata delle negoziazioni valuta/valuta, seguita dalle coppie dollaro/yen (30 per cento) e dollaro/franco svizzero (13 per cento) entrambe in calo.

Nel mercato dei tassi i contratti riferiti all'euro sono risultati sei volte più elevati di quelli riferiti al dollaro.

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