Turnover - aprile 2001

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Nel mese di aprile del 2001, l'Ufficio Italiano dei Cambi ha condotto la consueta indagine triennale sul volume delle transazioni effettuate sui mercati dei cambi e derivati dalle principali banche residenti.

L'indagine è stata condotta contemporaneamente dalle banche centrali di 48 paesi sotto l'egida della Banca dei Regolamenti Internazionali, la quale provvede a diffondere i risultati globali preliminari, dopo averli depurati della doppia contabilizzazione "cross-border".

L'indagine sul mercato italiano ha riguardato un campione di 44 banche (37 aziende di credito italiane e 7 filiali di banche estere). Si stima che l'attività di questi intermediari nel settore dei cambi rappresenti circa l'80 per cento del totale, mentre il campione dell'indagine del 1998 rappresentava il 75 per cento. I dati sono rapportati a una base giornaliera e depurati della doppia contabilizzazione delle transazioni svolte tra gli intermediari del campione (ma non di quella cross-border che è effettuata dalla BRI).

Nel mese di aprile del 2001 il volume lordo complessivo delle negoziazioni in cambi dell'intero sistema, tenendo conto della rappresentatività del campione, è stato dell'ordine di 416 miliardi di dollari; tale volume si riduce a 403 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (789 nel 1998). Il volume medio giornaliero degli scambi, considerati i 19 giorni lavorativi del mese di riferimento, è stimato in circa 21 miliardi di dollari (38 nel 1998). Aggiungendo alle transazioni in cambi quelle in prodotti derivati, il volume lordo si eleva a 1.024 miliardi di dollari, pari a 981 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (919 nel 1998). Il volume medio giornaliero degli scambi raggiunge i 52 miliardi di dollari (44 nel 1998).

I risultati dell'indagine mostrano un profondo cambiamento nella struttura del mercato non regolamentato (over the counter - otc). Gli strumenti su tassi di interesse per la prima volta superano in volume gli strumenti su valute, divenendo la componente più importante del mercato otc. Il peso delle controparti bancarie, soprattutto nazionali, è fortemente diminuito a favore delle altre controparti finanziarie, specie nel segmento dei tassi di interesse. Il fattore determinante della pronunciata contrazione del mercato delle valute è da ricercare nell'introduzione dell'euro, che ha fatto venir meno le transazioni tra le valute in esso confluite. Tra gli altri fattori va annoverato il processo di consolidamento dell'industria bancaria, acceleratosi negli ultimi anni in tutti i paesi, che ha contribuito soprattutto al declino dell'attività inter-dealers.

Il mercato tradizionale dei cambi, che nel 1998 assorbiva la maggior parte dell'attività (86 per cento), ha subito una drastica riduzione, dimezzando il suo contributo (41 per cento) al turnover globale. La contrazione ha riguardato in egual misura il segmento a pronti e il segmento a termine, ma il peso di quest'ultimo ha ora raggiunto il 70 per cento del totale. Nell'ambito del mercato dei derivati, i derivati su cambi hanno ridotto a un quarto il loro contributo al turnover complessivo (3 per cento), nonostante la crescita in termini assoluti delle options.

In contrapposizione alla drastica contrazione del mercato dei cambi, viene registrato un pronunciato incremento del mercato dei tassi di interesse sia in termini assoluti che relativi. Il volume dei derivati su tassi è passato da circa 114 miliardi di dollari a 563 miliardi di dollari e la quota sul turnover dei mercati derivati è salita dall' 88 al 97 per cento.

La tipologia di strumenti più diffusa rimane quella dello swap. Il volume degli swaps risulta preponderante sia nel mercato a termine delle valute (93 per cento) che nel mercato dei tassi (70 per cento). Mentre nel mercato delle valute gli outright forwards perdono importanza, nel mercato dei tassi i forward rate agreements consolidano il loro peso (29 per cento). Il volume delle options su valuta è quasi raddoppiato rispetto a quello delle options su tassi.

Analogamente al mercato dei cambi, l'attività sui mercati derivati continua ad essere caratterizzata da una elevata percentuale di transazioni interbancarie (rispettivamente 93 e 99 per cento) e di attività svolta con controparti non residenti (86 per cento), quasi esclusivamente banche. Il peso delle banche residenti si è ridotto sia sul mercato delle valute (3 per cento) che sul mercato dei tassi (5 per cento), mentre è aumentato, soprattutto nel mercato dei tassi, quello delle altre istituzioni finanziarie (rispettivamente 15 e 39 per cento). Al contrario di quella internazionale, l'attività domestica è concentrata presso la clientela. Il peso della clientela residente è rimasto intorno al 10 per cento sul mercato delle valute, mentre si è ridotto all'1 per cento sul mercato dei tassi.

Sui mercati dei cambi e derivati le operazioni denominate in euro sono prevalenti e hanno rappresentato circa l'84 per cento del turnover complessivo. Relativamente alla distribuzione per valuta, il ruolo del dollaro continua a risultare dominante sia sul mercato a pronti che su quello a termine. Il volume dei contratti in dollari ha superato largamente il volume dei contratti riferiti a qualsiasi altra valuta. Le transazioni euro/dollaro hanno rappresentato circa il 78 per cento di tutte le operazioni contro euro (86 per cento senza il mercato a pronti). La coppia dollaro/yen (74 per cento) è risultata la più trattata delle negoziazioni valuta/valuta. Si nota la crescita della coppia dollaro/franco svizzero e la riduzione della coppia dollaro/sterlina. Nel mercato dei tassi i contratti riferiti all'euro sono dominanti e pari a quattro volte quelli riferiti al dollaro.

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