Impianti e attrezzature

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Percorrendo la via Tuscolana a Roma, al numero civico 417, si nota un moderno complesso industriale, lo Stabilimento del Servizio Banconote. È qui che la Banca d'Italia produce banconote, grazie a un parco macchine ad alta tecnologia che rappresenta quanto di più moderno esista allo stato attuale sul mercato.

La scelta di produrre banconote mediante un impianto industriale proprio - adottata dalla Banca d'Italia fin dal 1894 - privilegia la natura pubblica dell'attività stessa e garantisce all'utenza il soddisfacimento dei valori fondamentali di sicurezza, tracciabilità e qualità.

Dal 1° gennaio 2002 la Banca d'Italia emette banconote denominate in euro, nel quadro dei principi e delle regole che disciplinano la funzione di emissione dell'Eurosistema. In base a tali regole, le banconote sono emesse per l'otto per cento dalla Banca Centrale Europea (BCE) e per il restante 92 per cento dalle varie banche centrali nazionali (BCN), tra cui la stessa Banca d'Italia, sulla base delle rispettive quote di partecipazione al capitale della BCE. La stampa delle banconote viene assegnata in base al principio di "pooling decentrato", che prevede l'assegnazione a ogni stamperia dell'Eurosistema di una produzione limitata a determinati tagli. Le BCN curano inoltre l'esito, l'introito, il ritiro e la distruzione degli esemplari logori nonché delle banconote danneggiate.

Particolare attenzione è posta al problema della falsificazione, alla qualità del prodotto e dei processi produttivi, alla tutela ambientale.

Sotto il profilo della sicurezza, nelle banconote in euro sono presenti - oltre agli elementi di sicurezza più familiari al grande pubblico quali la filigrana, i fili di sicurezza, la stampa calcografica - anche elementi che consentono l'utilizzo delle banconote stesse nelle macchine dispensatrici di beni e servizi nonché il loro trattamento con apparecchiature in grado di verificarne la legittimità e di selezionarle in base all'usura. Sono inoltre impiegati inchiostri cangianti, che cambiano colore a seconda dell'angolatura della luce, oleogrammi e chinegrammi.

Per quanto riguarda l'aspetto qualità, il Servizio Fabbricazione Carte Valori ha conseguito, nel dicembre 2001, la Certificazione ISO 9002:1994, rilasciata dall'Ente certificatore Det Norske Veritas, e nel giugno 2003, la Certificazione ISO 9001:2000. L'adozione di un Sistema Qualità comune da parte delle banche centrali dell'Eurosistema nasce dall'esigenza di assicurare che stabilimenti di produzione diversi, dotati anche di differenti tecnologie, realizzino banconote del tutto identiche nell'aspetto e negli elementi di sicurezza.

In materia ambientale, la Banca d'Italia pone particolare attenzione, tra l'altro, alla gestione dei rifiuti sia mediante la ricerca di più efficienti soluzioni in materia di smaltimento sia attraverso il puntuale monitoraggio della qualità dei reflui industriali con l'ausilio di laboratori esterni. E' stata inoltre avviata in tutto lo Stabilimento la raccolta differenziata, svolgendo al riguardo anche un'attività di informazione verso il personale che opera presso lo Stabilimento.

Dalla nascita alla vigilia del secondo conflitto mondiale

Nel 1893 gli uffici della Direzione Generale della Banca d'Italia furono trasferiti a Palazzo Koch in via Nazionale, mentre le officine per la stampa dei biglietti restarono nella vecchia sede della Banca Nazionale nel Regno, in via dei Barbieri.

Il parco macchine ereditato dalla Banca Nazionale consisteva in 7 macchine tipografiche a mano, 10 torchi tipografici a mano, 2 torchi litografici e 4 macchine per la numerazione. Esso risultò inadeguato alle esigenze di una circolazione in continua espansione e della sostituzione dei biglietti in circolazione con nuove emissioni. Tale attività, secondo quanto previsto dalla legge n. 449 del 1893, avrebbe dovuto concludersi entro due anni.

Nel 1894 la necessità di dotare la stamperia della Banca di un'officina meccanica e di un laboratorio "galvanoplastico" portò all'acquisto delle attrezzature necessarie per la stampa completa dei biglietti. Allo stesso tempo, stamperia e attrezzature furono trasferite a via dei Serpenti per motivi di sicurezza.

Negli anni immediatamente successivi il parco macchine fu continuamente ampliato con l'acquisto di nuovi macchinari, tecnicamente più avanzati, come una pressa meccanica a platina Phénix, comprata nel 1897 dalla ditta J.G. Schelter & Giesecke di Leipzig, e due macchine Albert.

Nel 1910, a seguito della scoperta di un gran numero di biglietti falsi in circolazione, la Banca decise di avviare un programma di miglioramento dei sistemi di produzione che portò all'introduzione della stampa calcografica e all'acquisto dapprima di attrezzature per dotarsi di una cartiera propria, poi di "macchine (tipografiche) più perfette, capaci di stampare contemporaneamente in quattro tinte diverse". Furono pertanto acquistate otto macchine calcografiche Johnston.

Nel 1926 la Banca d'Italia, rimasta l'unico Istituto autorizzato a stampare banconote, per far fronte a "un lavoro quattro volte superiore a quello primitivo" si impegnò a rinnovare ulteriormente il macchinario in dotazione ai diversi reparti.

Agli inizi degli anni trenta, i macchinari cominciarono a mostrarsi di nuovo inadatti alla stampa dei nuovi biglietti sia a causa del formato più ridotto di questi ultimi sia per le esigenze di maggiore velocità nella produzione. Essi furono sostituiti perciò dalle nuove macchine prodotte dalla Waite; furono inoltre acquistate due tipografiche Lambert a quattro colori e quattro tipografiche monocolori - tre Otley e una Crabtree.

Dalla seconda guerra mondiale all'euro

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la Banca ritenne opportuno trasferire le officine a L'Aquila, considerata più protetta rispetto al pieno centro di Roma. A dicembre del 1939 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio prescelto per ospitare le officine, situato nei pressi della stazione ferroviaria dove sarebbe stata installata anche la nuova cartiera. Tra novembre e dicembre del 1941 venne completato il trasferimento dei macchinari e del personale destinato al nuovo impianto.

Lo Stabilimento de L'Aquila garantì la produzione dei biglietti di banca durante il periodo bellico. L'attività proseguì anche dopo il bombardamento dell'otto dicembre 1943, evento drammatico che aveva causato la morte di ben 19 persone poiché le officine lavoravano a pieno ritmo nonostante la festività. L'attività cessò definitivamente solo a partire dall'11 giugno 1944, quando le macchine vennero minate dall'esercito tedesco in fuga verso il nord. Nell'estate del 1944 fu deciso di riaprire l'officina romana di via dei Serpenti e tutto il materiale ancora utilizzabile fu trasportato a Roma, dove furono riparate le macchine danneggiate. Nel 1945 fu riattivata anche la cartiera.

La stamperia riprese a funzionare a pieno ritmo, ma l'aumento delle quantità di biglietti da produrre richiese la costruzione di un nuovo stabilimento. Nel 1968 lo Stabilimento si trasferì pertanto nella sua attuale sede in via Tuscolana, in prossimità dell'antico acquedotto di Claudio Felice e di una strada romana, recentemente riportata alla luce.

I lavori di costruzione del nuovo edificio, iniziati verso la fine del 1962, seguirono il progetto dell'architetto Pierluigi Nervi il quale, vincolato dalla vicinanza dei resti dell'acquedotto, ideò un edificio a sviluppo verticale, soluzione particolarmente originale rispetto ai tradizionali edifici industriali. Altra particolarità dello Stabilimento è che i locali di lavorazione e i macchinari sono collocati al secondo di sei piani complessivi, anziché al piano terreno, consentendo così di ottenere prestazioni elevate in termini di sicurezza e di salubrità dei luoghi di lavoro.

Lo Stabilimento occupa un'area di circa 110.000 metri quadrati, con una superficie coperta di 9.600 e un volume complessivo di 225.000 metri cubi. L'architetto Nervi riuscì, grazie a uno studio attento degli equilibri e ad un uso sapiente delle vetrate, nel difficile compito di alleggerire notevolmente l'impressione di ingombro dell'immobile e di consentirne parametri di luminosità più propri dell'edilizia residenziale che non degli stabilimenti industriali.

Attualmente presso lo Stabilimento di Via Tuscolana si compie l'intero ciclo produttivo della fabbricazione delle banconote. La carta filigranata e gli inchiostri sono forniti dall'esterno. Per la produzione dell'euro, l'Officina è stata dotata di macchine per l'applicazione di ologrammi e per la stampa serigrafica, nonché di nuove linee di taglio e di verifica della qualità dei biglietti.