N. 1162 - Gli squilibri dei tassi di cambio effettivi reali nell'area dell'euro

Go to the english version Cerca nel sito

di Michael Fidora, Claire Giordano e Martin Schmitzgennaio 2018

Il lavoro analizza l'impatto dell'adozione di una moneta unica sugli scostamenti dei tassi di cambio effettivi reali osservati rispetto ai livelli di equilibrio coerenti con alcune variabili macroeconomiche chiave - quali la produttività del lavoro e il grado di apertura all’estero - di un Paese. A tale fine, lo studio propone stime degli squilibri dal 1999 al 2016 per 57 paesi.

Nel medio periodo i tassi di cambio reali dovrebbero avvicinarsi ai loro valori di equilibrio; potrebbero tuttavia persistere dei disallineamenti, qualora delle rigidità nominali (quale l'adozione di un tasso di cambio nominale fisso) o strutturali (quale la regolamentazione stringente dei mercati dei prodotti o del lavoro) rallentassero l'aggiustamento. Confrontando le stime per i paesi dell'area dell'euro con quelle di economie esterne all'area, il lavoro valuta se l'adozione dell'euro, introducendo una rigidità data dal cambio fisso, abbia contribuito ad ampliare gli squilibri dei tassi di cambio reali effettivi.

I principali risultati del lavoro sono due, relativi rispettivamente alla grandezza e alla persistenza dei disallineamenti. In primo luogo, nel periodo 1999-2016 i disallineamenti sono stati più contenuti nei paesi che hanno adottato l'euro rispetto alle altre economie, avanzate ed emergenti. Ciò suggerisce che l'eliminazione del canale di aggiustamento nominale non comporta necessariamente l'amplificazione degli squilibri dei tassi di cambio effettivi reali.

In secondo luogo nella media dell'intero periodo, i disallineamenti dei tassi di cambio effettivi reali sono stati più persistenti nei paesi dell'area dell'euro rispetto alle altre economie. Il risultato dipende plausibilmente dall'eliminazione del canale di aggiustamento nominale, sebbene la persistenza si sia ridotta dopo il 2009. Per tutti i paesi un miglioramento della qualità della regolamentazione si associa a una minore persistenza dei disallineamenti: le riforme intraprese dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale, in particolare da alcuni paesi dell'area, che hanno allentato la regolamentazione dei mercati dei prodotti e del lavoro, potrebbero avere attenuato le rigidità strutturali e quindi aver contribuito a ridurre la persistenza degli squilibri.

Forthcoming in: Open Economies Review

Testo della pubblicazione