N. 1133 - Gli effetti reali delle relazioni tra banche e imprese

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di Ryan Banerjee, Leonardo Gambacorta e Enrico Settesettembre 2017

Forti restrizioni all'offerta di credito possono avere conseguenze negative significative sull'attività economica, accentuando intensità e durata della caduta degli investimenti e dell'occupazione rispetto a fasi recessive non interessate da crisi bancarie (Jordà et al. 2013).

Vari studi (si vedano tra gli altri, Sette e Gobbi 2015, Bolton et al. 2016) hanno mostrato che gli effetti di tali contrazioni dell'offerta di credito bancario possano essere mitigati dalla presenza di relazioni di credito di lunga durata tra un'impresa e una banca ("relationship lending"), relazioni in grado di attenuare le asimmetrie informative.

Utilizzando i dati della Centrale dei rischi sulle relazioni banca-impresa e quelli Cerved sui bilanci delle imprese per il periodo 2004-13, questo lavoro stima gli effetti del relationship lending, la cui intensità è misurata dalla durata della relazione tra la banca e l'impresa, sul credito erogato e sull'impatto dell'offerta di credito su investimenti e monte salari. Dal punto di vista metodologico, il lavoro tiene conto delle distorsioni che potrebbero discendere da caratteristiche, anche non osservabili, delle imprese e delle banche, seguendo quanto suggerito da Khwaja e Mian (2008). Il lavoro tiene anche conto delle caratteristiche, non osservabili e variabili nel tempo, degli intermediari, in modo da controllare per l'impatto della crisi sulle singole banche. La possibile endogenità del relationship lending viene trattata includendo effetti fissi di impresa e, in un test di robustezza, ricorrendo allo strumento esogeno proposto da Bonaccorsi di Patti e Gobbi (2007) e Degryse et al. (2011).

I principali risultati indicano che:

  • nel corso della crisi finanziaria (2008-09) le imprese che intrattenevano relazioni da più tempo con la stessa banca hanno mantenuto, rispetto alle altre, un migliore accesso al credito, in termini sia di quantità, sia di minori tassi di interesse; questo si è riflesso in una migliore dinamica degli investimenti e del monte salari;
  • taluni effetti protettivi del relationship lending si sono attenuati dopo l'avvio della crisi del debito sovrano nel 2011, soprattutto per via della minore disponibilità delle banche a concedere prestiti a scadenza, tipicamente utilizzati dalle imprese per finanziare gli investimenti; nel caso delle aperture di credito in conto corrente, utilizzate per il finanziamento del capitale circolante, si è invece confermata la maggiore propensione degli istituti bancari ad accordare credito alle imprese con cui intrattenevano relazioni di lunga durata.

Pubblicato nel 2021 in: Journal of Financial Intermediation, v. 48

Testo della pubblicazione