N. 1114 - Valutare i rischi di sopravvalutazione delle attività finanziarie: modelli e sfide

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di Sara Cecchetti e Marco Tabogaaprile 2017

Il lavoro contribuisce al dibattito circa la possibilità che le politiche monetarie molto accomodanti possano concorrere a determinare una eccessiva compressione dei premi per il rischio, proponendo una nuova metodologia per l’analisi dei disallineamenti fra i prezzi delle attività finanziarie e i loro valori fondamentali.

La metodologia utilizzata tiene conto della elevata incertezza riguardo alla stima dei valori fondamentali, che deriva sia dalla difficoltà di prevedere accuratamente i flussi di cassa generati dalle attività finanziarie sia dal fatto che le determinanti dei fattori di sconto utilizzati per attualizzare tali flussi (ad esempio, le preferenze degli investitori) non sono interamente osservabili e possono variare significativamente nel tempo.

Nell’approccio proposto si impongono distribuzioni a priori non informative su diversi metodi di previsione dei flussi di cassa e sulle stime dei fattori di sconto, che sono utilizzate per ricavare intervalli di confidenza per i valori fondamentali delle attività finanziarie.

Si studiano i valori degli indici generali delle borse statunitense, giapponese e dell’area dell’euro e degli indici delle obbligazioni societarie con rating BBB in euro e in dollari.

La metodologia utilizzata individua correttamente noti episodi di sopravvalutazione del mercato azionario (alla fine degli anni Novanta in Giappone e all’inizio dello scorso de-cennio negli Stati Uniti e nell’area dell’euro).

Nel periodo successivo alla crisi finanziaria, con stime che si estendono fino al febbraio 2017, i rendimenti attesi delle azioni restano ampiamente superiori a quelli dei titoli di Stato, assicurando agli investitori premi al rischio in linea con i loro valori medi storici. Non vi è evidenza di sopravvalutazione, né per le azioni né per le obbligazioni societarie, in nessuna delle aree considerate.