N. 1057 - Gli effetti economici del credit crunch: evidenza empirica dalle province italiane

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di Guglielmo Barone, Guido de Blasio e Sauro Mocettifebbraio 2016

Lo studio stima l’effetto della contrazione dell’offerta di credito sull’attività economica nelle province italiane negli anni tra il 2008 (in cui si è avuto l’insorgere della crisi finanziaria) e il 2011 (ultimo anno di disponibilità dei dati sul valore aggiunto a livello provinciale).

La stima si basa sull’utilizzo d’un nuovo indicatore dell’offerta di credito bancario a livello locale, costruito depurando la variazione dei prestiti dalle componenti riferibili all’evoluzione della domanda di finanziamenti. Negli anni presi in considerazione, tale indicatore spiega, a seconda del modello empirico utilizzato, tra un decimo e un quinto del rallentamento della dinamica dei prestiti rispetto alla fase precedente la crisi (dall’8,7 per cento medio nel periodo 2004-07 al 4,8 nel 2008-2011).

La dinamica del valore aggiunto di ciascuna provincia è stata quindi posta in relazione con tale indicatore. A differenza delle analisi sugli effetti della restrizione nell’offerta di credito condotte sui dati delle singole imprese, che  possono  risentire  di problemi di attrition del campione e che spesso non includono le imprese più piccole (verosimilmente più dipendenti dal credito bancario), si sono in tal modo colti gli effetti complessivi, a livello locale, delle variazioni nell’offerta di credito.

I risultati mostrano che alla restrizione dell’offerta di prestiti bancari osservata a partire dal 2008 si è associata una contrazione statisticamente significativa del valore aggiunto provinciale: a un calo di un punto percentuale dell’offerta di prestiti è corrisposta una flessione dello 0,13 per cento dei livelli di attività.

Gli effetti del credit crunch sono peraltro differenti a seconda delle caratteristiche del sistema produttivo locale e, di conseguenza, tra aree geografiche. In particolare, l’impatto della restrizione dell’offerta di credito è risultato maggiore per quelle provincie ove maggiore è il peso delle piccole imprese e del settore manifatturiero.

Pubblicato nel 2018 in: Regional Science and Urban Economics, v. 70, pp. 352-59