Il lavoro verifica se la scelta delle famiglie tra mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile sia influenzata da caratteristiche delle banche e, in particolare, da quelle connesse con la convenienza di erogare mutui dell’uno o dell’altro tipo per il singolo intermediario.
Il lavoro presenta un modello teorico in cui la scelta del tipo di mutuo è influenzata dal differenziale di interesse tra i prestiti a tasso fisso e variabile ma anche dall’attività di consulenza alla clientela delle banche. L’analisi econometrica indica che alcune caratteristiche delle banche – come il costo relativo della provvista a tasso fisso rispetto a quella a tasso variabile, l’accesso al mercato delle cartolarizzazioni e la quota di depositi sul totale delle passività – hanno effetti sulla scelta del tipo di mutuo da parte delle famiglie, anche controllando per il differenziale di interesse tra mutui a tasso fisso e a tasso variabile, per le caratteristiche del mutuatario e per effetti fissi di banca, di tempo e di provincia.
Gli effetti delle caratteristiche delle banche sulla scelta delle famiglie sono più marcati per quelle che verosimilmente hanno minori conoscenze di tipo finanziario e nei periodi in cui la singola banca non abbia modificato i prezzi relativi delle due tipologie di mutuo.
Pubblicato nel 2019 in: Review of Financial Studies, v.32, 10, pp. 3762-3798