N. 1025 - Misure di disancoraggio delle aspettative di inflazionebasate sulla correlazione tra le code delle distribuzioni implicite nei prezzi delle opzioni

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di Sara Cecchetti, Filippo Natoli e Laura Sigalottiluglio 2015

Nel 2014 le aspettative di inflazione a medio-lungo termine nell’area dell’euro sono scese ampiamente al di sotto del 2 per cento, sollevando timori di un loro possibile disancoraggio dalla definizione di stabilità dei prezzi della BCE. Lo studio propone un approccio volto a cogliere il verificarsi di tale disancoraggio, utilizzando gli andamenti delle aspettative implicite nelle quotazioni giornaliere di contratti derivati sull’inflazione (opzioni e swap). Il lavoro studia in particolare in che misura le attese a breve termine e quelle a medio-lungo termine tendano a variare nella stessa direzione.

I risultati principali sono i seguenti. Dalla metà del 2014 alla metà del gennaio 2015 è aumentato significativamente il grado di interdipendenza fra le aspettative d’inflazione a breve e quelle a medio-lungo termine; in particolare, l’analisi delle code delle distribuzioni mostra come forti variazioni al ribasso delle prime tendano a essere associate ad analoghe variazioni di quelle a medio-lungo termine.

Lo stesso tipo di analisi applicata alla dispersione delle distribuzioni indica che nello stesso periodo è aumentata anche la correlazione tra i rialzi dell’incertezza sulle aspettative di inflazione a breve e quelli relativi alle aspettative a medio-lungo termine. Nell’ultima parte del periodo analizzato (dalla metà di gennaio al febbraio 2015) questi indicatori sono scesi lievemente, a causa verosimilmente dell’annuncio da parte della BCE dell’estensione ai titoli pubblici del programma di acquisto di attività, volto a riportare le attese sull’inflazione nell’area in linea con la definizione di stabilità dei prezzi.

L’evidenza, nel complesso, indica che dalla metà del 2014 sono emersi segnali di disancoraggio “verso il basso” delle aspettative d’inflazione di medio-lungo periodo, dovuti al fatto che diminuzioni inattese della dinamica dei prezzi tendono a essere considerate più persistenti che in passato.

Pubblicato nel 2018 in: International Journal of Central Banking, v. 14, 1, pp. 35-71.

Testo della pubblicazione