N. 1020 - Eterogeneità tra i previsori, sorprese e mercati finanziari

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di Marcello Pericoli, Giovanni Veroneseluglio 2015

Il lavoro analizza l’impatto delle “sorprese macroeconomiche” - definite come differenza tra valore effettivo di un dato congiunturale e valore atteso dagli analisti - sul tasso di cambio dollaro-euro e sui tassi di interesse decennali statunitensi e tedeschi. Le sorprese si riferiscono alle principali variabili macroeconomiche statunitensi, censite regolarmente da Bloomberg dal 2000 al 2014. L’analisi utilizza dati a frequenza sia giornaliera sia infragiornaliera.

Il lavoro arricchisce la letteratura esistente introducendo la possibilità che la dispersione delle previsioni degli operatori sui singoli indicatori giochi un ruolo nel determinare la risposta dei prezzi delle attività finanziarie alle sorprese. A tale scopo, il campione viene distinto in periodi di bassa e di alta dispersione.

Le principali conclusioni del lavoro sono le seguenti.

L’entità della risposta dei prezzi delle attività finanziarie alle sorprese macroeconomiche è influenzata negativamente dal grado di disaccordo fra gli analisti. Questo risultato, che vale sia per il tasso di cambio sia per i rendimenti decennali statunitensi e tedeschi, è confermato anche su dati a frequenza infragiornaliera, che sono comunemente utilizzati negli studi delle sorprese macroeconomiche poiché permettono di attribuire meno arbitrariamente l’andamento dei prezzi delle attività finanziarie al rilascio di specifici indicatori.

A parità di sorpresa macroeconomica, la risposta del cambio e dei tassi di interesse in periodi di bassa dispersione nelle previsioni è pari al doppio di quella che si osserva in periodi di alta dispersione.

Dato l’elevato grado di co-movimento tra le dispersioni delle attese degli analisti relative alle diverse variabili considerate, si costruisce una misura sintetica di incertezza macroeconomica relativa agli Stati Uniti. Tale misura mostra un’elevata correlazione con l’indice VIX, comunemente utilizzato come indicatore di volatilità globale dei mercati finanziari.

Le stime effettuate su tre sotto-campioni (pre-crisi, crisi finanziaria globale e politiche monetarie non convenzionali negli Stati Uniti) mostrano che, anche tenendo conto del diverso grado di dispersione fra gli analisti,  la reattività alle sorprese macroeconomiche è rimasta sostanzialmente stabile per i tassi di interesse decennali, mentre si sarebbe ridotta per il cambio dollaro-euro nell’ultimo periodo. In un contesto caratterizzato da tassi a breve termine prossimi allo zero, ciò può riflettere l’elevata sensibilità delle operazioni sul mercato dei cambi ai differenziali tra i tassi di interesse.

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