N. 1007 - Gli effetti macroeconomici della crisi del debito sovrano nell'area dell'euro

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di Stefano Neri e Tiziano Ropelemarzo 2015

La crisi di fiducia degli investitori nella sostenibilità dei debiti pubblici in alcune economie dell’area dell’euro, avviatasi alla fine del 2009, ha avuto conseguenze sui mercati finanziari, sull’attività delle banche e sul quadro macroeconomico, dando luogo a andamenti divergenti fra i paesi membri.

Il lavoro ha una duplice finalità.

In primo luogo, offre una valutazione dell’impatto della crisi del debito sovrano su un ampio numero di variabili macroeconomiche dei principali paesi e dell’area nel suo complesso. A tale fine si utilizza un modello vettoriale autoregressivo a fattori (Factor Augmented Vector AutoRegressive), che – diversamente dai modelli vettoriali tradizionali – consente di studiare congiuntamente un numero elevato di variabili la cui dinamica è descritta da un numero molto contenuto di fattori latenti. Il modello è stimato utilizzando dati mensili relativi al periodo 2007-2012.

In secondo luogo, il lavoro valuta l’efficacia della politica monetaria “convenzionale” della Banca centrale europea (BCE) – ovvero quella condotta mediante la variazione dei tassi di interesse ufficiali – nel mitigare gli effetti recessivi delle tensioni sui mercati del debito sovrano.

Le stime indicano che lo shock al rendimento dei titoli pubblici greci ha esercitato un impatto macroeconomico significativo non solo nei paesi più direttamente esposti alle tensioni - tramite un incremento dei tassi sui prestiti alle imprese e alle famiglie e una marcata contrazione del credito - ma anche in quelli meno interessati, attraverso i canali dell’interscambio commerciale e della fiducia.

Un esercizio controfattuale mostra che se la BCE non avesse ridotto i tassi ufficiali per contrastare gli effetti delle tensioni la produzione nell’area dell’euro sarebbe diminuita in misura ancor più significativa e la disoccupazione sarebbe aumentata maggiormente.

Il lavoro non fornisce una valutazione dell’efficacia delle misure straordinarie adottate dalla BCE; i risultati, pertanto, rappresentano una sottostima dell’efficacia complessiva dell’azione della politica monetaria.

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