N. 1004 - Reti di proprietà e volatilità aggregata

Le fluttuazioni cicliche che caratterizzano le variabili economiche possono essere il risultato di shock sia aggregati, che cioè colpiscono simultaneamente tutti gli agenti economici, sia idiosincratici, che invece si propagano attraverso le interazioni tra gli agenti. Tali interazioni possono consistere, per esempio, nello scambio di prodotti tra partner commerciali o in rapporti di debito e credito tra imprese o famiglie ed enti finanziari.

In questo lavoro si suggerisce che in presenza di frizioni finanziarie anche le relazioni di proprietà tra imprese possono costituire un veicolo di trasmissione di shock, giocando quindi un ruolo nella generazione delle fluttuazioni cicliche. Per esempio, una riduzione inattesa dei ricavi di un’impresa può diminuire la quantità di dividendi che questa distribuisce alla capogruppo, influenzando quindi l’autofinanziamento e le scelte di investimento di quest’ultima. Relazioni di questa natura sono particolarmente rilevanti per il caso italiano, dove complesse strutture piramidali di proprietà, spesso persistenti nel tempo, condizionano in maniera incisiva i programmi di produzione e le scelte finanziarie delle singole imprese.

L’analisi si avvale dei dati Infocamere per ricostruire il network delle relazioni proprietarie delle imprese italiane tra il 2005 e il 2013. La rielaborazione della base dati porta all’identificazione di circa 2,8 milioni di partecipazioni proprietarie tra imprese. L’analisi statistica mostra una correlazione positiva tra il tasso di crescita dei ricavi delle imprese partecipanti e quelli delle imprese partecipate, che rimane elevata anche qualora si considerino le deviazioni rispetto ai tassi di crescita medi dei settori e dei gruppi aziendali di appartenenza.

Un modello di equilibrio generale consente di valutare come la struttura delle relazioni di proprietà tra imprese influenzi la propagazione di shock idiosincratici e quindi il contributo di questi ultimi alle fluttuazioni aggregate. Le simulazioni del modello mostrano che l’impatto degli shock idiosincratici sugli andamenti aggregati è tanto più contenuto quanto più è pronunciata la diversificazione delle relazioni proprietarie nelle fasce alte della struttura piramidale dei gruppi di imprese. 

Con una calibrazione del modello in grado di riprodurre le principali caratteristiche macroeconomiche dell’Italia, circa l’11% della variabilità aggregata dell’output è attribuibile alla volatilità dei risultati economici delle singole imprese; quasi un quarto di quella percentuale discende dalla presenza di fenomeni di propagazione attraverso relazioni di proprietà tra imprese.

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