N. 873 - Area dell'euro e shock petroliferi globali: un'analisi empirica basata su un modello teorico

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di Lorenzo Forni, Andrea Gerali, Alessandro Notarpietro e Massimiliano Pisaniluglio 2012

Il presente lavoro analizza l’impatto di variazioni del prezzo del petrolio sulle principali variabili macroeconomiche dell’area dell’euro. A tal fine, si costruisce un modello di equilibrio generale dinamico per una economia aperta nella quale le importazioni di petrolio rappresentano sia un input del processo produttivo delle imprese, sia un bene di consumo delle famiglie. Analogamente ad altri studi recenti, si distingue tra variazioni della domanda e dell’offerta di petrolio mediante una rappresentazione stilizzata del mercato mondiale del greggio. Il modello è stimato con tecniche bayesiane, utilizzando dati trimestrali per l’area dell’euro e per il resto del mondo.

I risultati mostrano che variazioni del prezzo del petrolio hanno effetti diversi sull’economia dell’area dell’euro a seconda che queste siano causate da shock alla domanda o all’offerta di greggio.

Un rincaro del petrolio connesso con una riduzione dell’offerta mondiale avrebbe effetti negativi sull’attività economica e favorirebbe un aumento dei prezzi al consumo nell’area dell’euro. Il saldo della bilancia commerciale registrerebbe un disavanzo in virtù del peggioramento del saldo energetico.

Un incremento del prezzo del petrolio dovuto a un aumento della domanda aggregata nel resto del mondo avrebbe invece effetti inflazionistici, ma non recessivi, perché i fattori responsabili del rincaro del greggio favorirebbero simultaneamente l’accelerazione delle esportazioni. Il saldo di bilancia commerciale registrerebbe un avanzo.

L’analisi di episodi storici recenti mostra che l’aumento del prezzo del petrolio nel periodo 2004-2008 non avrebbe indotto effetti recessivi sull’economia dell’area dell’euro, essendo stato determinato da un aumento della domanda aggregata nel resto del mondo. La successiva discesa del prezzo del greggio nella seconda metà del 2008, inoltre, non avrebbe avuto effetti espansivi sull’attività economica in quanto connessa con la pronunciata riduzione della domanda mondiale.  

Pubblicato nel 2015 in: Journal of Macroeconomics, v. 46, C, pp. 295-314