N. 871 - Distruzione di capitale, riprese senza lavoro e il ruolo della disoccupazione come fattore incentivante

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di Marianna Riggiluglio 2012

Le ultime tre recessioni negli Stati Uniti (nel 1990-91, 2001 e 2007-09) sono state seguite da riprese cicliche trainate da aumenti della produttività, in cui l’incremento dell’occupazione è stato assai più lento e modesto che negli episodi precedenti. Alcuni economisti (tra cui Bernanke, 2003, e Yellen, 2010) hanno avanzato l’ipotesi che all’origine di tale fenomeno vi siano miglioramenti di efficienza che avrebbero permesso alle imprese statunitensi di tornare a crescere senza aumentare il numero di occupati.

Il lavoro sviluppa un modello dinamico di equilibrio generale che formalizza tale ipotesi. Si rappresenta un’economia il cui mercato del lavoro è caratterizzato da asimmetrie informative che impediscono alle imprese di osservare la produttività dei lavoratori. In linea con i modelli teorici di efficiency wages, in questo contesto l’aumento della disoccupazione costituisce un incentivo per gli occupati a una maggiore produttività, dato il rischio di incorrere in un più lungo periodo di inattività qualora licenziati.

Nel modello proposto in questo lavoro, quando la crescita è interrotta da uno shock transitorio avverso, la reazione della produttività dei lavoratori agli aumenti della disoccupazione dipende in modo non lineare dalla capacità delle imprese di valutarne l’impegno: al crescere di tale capacità la reazione diventa più forte, ma si indebolisce oltre una certa soglia, annullandosi con la scomparsa dell’asimmetria informativa. Pertanto, se la capacità delle imprese di valutare la produttività dei lavoratori è molto bassa o molto alta, l’efficienza di questi ultimi reagisce poco ad aumenti della disoccupazione, i salari reali si riducono e l’occupazione si muove appena. In presenza di un grado intermedio di asimmetria informativa, invece, l’aumento della disoccupazione determina un forte guadagno di efficienza, che induce l’effetto evidenziato da Bernanke (2003) e Yellen (2010): dopo lo shock negativo il PIL ritorna sul precedente sentiero di crescita ma l’occupazione rimane inferiore al livello antecedente la recessione e i salari reali non variano.

L’evidenza per gli Stati Uniti mostra che dall’inizio degli anni novanta le imprese hanno investito nello sviluppo di sistemi di valutazione delle prestazioni dei lavoratori. Pertanto il meccanismo descritto in questo studio può aver svolto un ruolo importante nella modesta creazione di posti di lavoro dopo le ultime tre recessioni. Il superamento dell’asimmetria informativa consentirebbe di ridurre drasticamente la persistenza della disoccupazione.

Pubblicato nel 2019 in: Macroeconomic Dynamics, v. 23, 2, pp. 590-624