Alcuni studi empirici hanno mostrato che, in Italia, gli investimenti in infrastrutture, sia delle regioni sia del governo centrale, hanno un impatto positivo e significativo sull’attività economica. Con riferimento alla spesa delle regioni, in particolare, la letteratura teorica suggerisce che gli effetti dei loro investimenti potrebbero risultare amplificati qualora avvenissero in modo simultaneo, ad esempio perché coordinati tra le varie autorità regionali o stabiliti da una autorità centrale.
Il lavoro analizza la presenza di questi possibili effetti di amplificazione per gli investimenti in infrastrutture di trasporto delle regioni italiane tra il 1970 e il 2007. Non essendovi evidenza statistica diretta di quanta parte della spesa pubblica in infrastrutture di trasporto sia riconducibile a decisioni coordinate o centralizzate, il lavoro ne fornisce un’evidenza indiretta, utilizzando tecniche statistiche appropriate. La componente degli investimenti pubblici riconducibile a decisioni coordinate o centralizzate viene approssimata con il fattore comune delle serie degli investimenti regionali, depurato per l’effetto di variabili che inducono una correlazione spuria nella spesa delle regioni, quali il ciclo economico e quello elettorale. Tale componente è poi utilizzata per spiegare le variazioni del prodotto nel lungo periodo, stimando un modello a correzione dell’errore.
I risultati confermano che gli investimenti in infrastrutture di trasporto hanno un impatto positivo sul PIL dell’Italia. Questo è dovuto soprattutto alla componente riconducibile a decisioni coordinate o centralizzate. Ciò suggerisce che sistemi istituzionali con un elevato grado di decentramento potrebbero beneficiare della presenza di efficaci meccanismi di coordinamento degli investimenti in infrastrutture, al fine di massimizzare gli effetti di questi ultimi sul prodotto.
Pubblicato nel 2012 in: Papers in Regional Science, v. 91, 3, pp. 515-541
