N. 853 - Prevedere il PIL mondiale: la crescente importanza delle economie emergenti

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di Alessandro Borin, Riccardo Cristadoro, Roberto Golinelli e Giuseppe Parigimarzo 2012

La valutazione degli sviluppi attuali e futuri dell’economia mondiale è un’attività fondamentale delle istituzioni finanziarie internazionali, dei governi e delle banche centrali. Due eventi impongono una riconsiderazione degli strumenti finora utilizzati a questo scopo: i profondi cambiamenti indotti dalla rapida crescita dei paesi emergenti; la recente crisi economica e il correlato fallimento degli strumenti di previsione abitualmente utilizzati.

Nell’ultimo decennio, la crescita mondiale ha avuto origine principalmente nelle economie emergenti, la cui dinamica, pur legata a quella dei paesi più avanzati, ha progressivamente assunto caratteri distinti e parzialmente indipendenti. Pertanto, limitare l’attenzione ai soli paesi avanzati, come spesso ancora avviene per la maggiore disponibilità e affidabilità dei dati e per la migliore conoscenza delle relazioni esistenti tra le principali variabili macroeconomiche, si sta rivelando sempre più rischioso dal punto di vista dell’accuratezza dell’analisi.

In primo luogo, il nostro lavoro mostra, con l’ausilio di diverse tecniche econometriche, la fondatezza di quanto affermato. In secondo luogo, propone alcuni semplici strumenti di analisi che permettono di ovviare alla necessità di monitorare un ampio numero di economie poco conosciute e con chiari problemi di misurazione statistica. In particolare, ci si serve di modelli di previsione, noti in letteratura come bridge model, in cui gli aggregati di contabilità nazionale (in questo caso il PIL) sono posti in relazione alla dinamica di indicatori a più alta frequenza, (produzione industriale, clima di fiducia, ecc.).

I principali risultati sono i seguenti: (i) diversi test econometrici confermano la presenza di una discontinuità strutturale, nella parte centrale degli anni’90, nelle relazioni esistenti tra i tassi di crescita delle principali aree economiche, ricollegabile all’ascesa dei paesi emergenti; di conseguenza, (ii) le inferenze sull’andamento del PIL mondiale basate sullo studio dei soli paesi avanzati sono progressivamente peggiorate, fino a diventare poco affidabili; (iii) il ricorso a semplici bridge model accresce l’accuratezza delle previsioni sulla crescita globale quando si considerino anche i paesi emergenti; (iv) ciò consente di calcolare rapidi aggiornamenti di quadri previsivi più completi e articolati, quali quelli normalmente diffusi dal FMI con cadenza semestrale o, più recentemente, trimestrale; (v) le proiezioni ottenute con i bridge model per il periodo della crisi 2008-9 appaiono in linea con quelle dei maggiori centri previsivi, se non migliori, come nel caso delle economie emergenti.

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