N. 848 - I bilanci bancari e la trasmissione degli shock finanziari ai debitori: evidenza dalla crisi del 2007-2008

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di Emilia Bonaccorsi di Patti e Enrico Sette

Questo lavoro effettua un’analisi del ruolo della struttura dei bilanci bancari nella trasmissione di shock dai mercati finanziari all’offerta di credito (bank lending channel). Le stime si riferiscono a due periodi distinti. Nel primo periodo, laseconda metà del 2007, i mercati interbancari sono stati interessati da forti turbolenze che hanno reso difficile alle banche accedere alla raccolta interbancaria non garantita. Nell’altro periodo, la seconda metà del 2008, si sono innescati timori circa l’adeguatezza del capitale degli intermediari, anche in seguito al fallimento di Lehman Brothers, e ulteriori tensioni sui mercati della raccolta.

Il lavoro studia diversi aspetti dell’offerta di credito (quantità di credito accordato, tassi di interesse, decisione di interrompere relazioni esistenti e decisione di avviare nuove relazioni) e si avvale di una strategia di identificazione robusta, basata sull’analisi di debitori multi affidati, che permette di tenere conto delle caratteristiche non osservabili di questi ultimi, tra cui la loro domanda di credito e il loro grado di rischio. Nell’analisi si considerano diverse caratteristiche dei bilanci bancari: il coefficiente patrimoniale, la redditività e le perdite su crediti (variabili che influiscono sulla dinamica del capitale), la liquidità dell’attivo, il peso della raccolta interbancaria, l’intensità con cui gli intermediari cartolarizzavano i propri attivi prima della crisi.

L’analisi è stata condotta su un campione di oltre 170,000 imprese italiane censite nella Centrale dei rischi e presenti nella base dati Cerved.

I risultati indicano che nel corso del primo shock (2007) gli intermediari che detenevano meno liquidità e che facevano più ampio ricorso alla raccolta interbancaria e alla cartolarizzazione degli attivi hanno maggiormente ridotto l’offerta di credito. Nel secondo periodo (2008), anche una bassa redditività degli intermediari ha avuto un effetto negativo sulle condizioni di offerta. Il rapporto tra capitale e attivo ponderato per il rischio non avrebbe avuto effetti diretti sull’offerta di credito, ma avrebbe invece diminuito l’elasticità dell’offerta di credito rispetto ad altre variabili di bilancio. Le banche meno capitalizzate sono risultate più reattive rispetto alla propria posizione di liquidità e all’esposizione sull’interbancario; durante il secondo shock (2008), anche rispetto alla redditività.

I risultati ottenuti hanno importanti implicazioni per la regolazione degli intermediari e, in particolare, danno un sostegno al recente orientamento dei regolatori. La posizione di liquidità degli intermediari e la struttura della raccolta giocano un ruolo di primo piano nella trasmissione di shock attraverso l’offerta di credito. Pertanto, sebbene l’enfasi sul grado di patrimonializzazione degli intermediari sia importante, come indicato dal ruolo della redditività e delle perdite su crediti, essa va accompagnata da altrettanta attenzione alla struttura della raccolta e alla liquidità dell’attivo degli intermediari.

I risultati di questo lavoro possono verosimilmente essere estesi alla recente crisi del debito sovrano, che si configura come uno shock al costo della raccolta bancario, con possibili ripercussioni anche sulla qualità del credito, indotte dal rallentamento dell’economia.

Pubblicato nel 2016 in: Journal of Financial Intermediation, v. 25, 1, pp. 54-76