N. 792 - La valutazione dell'impatto degli incentivi all'innovazione: evidenza da un'interruzione inattesa dei finanziamenti

Go to the english version Cerca nel sito

di Guido de Blasio, Davide Fantino e Guido Pellegrinifebbraio 2011

Gli interventi di sostegno all’attività innovativa delle imprese sono numerosi; impegnano un ammontare rilevante di risorse pubbliche. Essi si basano su una motivazione teorica chiara: poiché per la società nel suo complesso i benefici che derivano dall’innovazione sono di solito maggiori di quelli che affluiscono alle singole imprese che innovano, le risorse investite da queste ultime sono minori di quelle che sarebbero ottimali dal punto di vista del benessere collettivo.

L’evidenza empirica sull’efficacia dei sussidi è però altamente controversa. Una probabile ragione di ciò è la difficoltà di individuare uno scenario controfattuale, ovvero stimare l’entità dell’attività innovativa in assenza delle agevolazioni con cui confrontare quella delle imprese che hanno beneficiato dei sussidi.

Questo lavoro valuta l’efficacia dei sussidi erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso il Fondo per l’Innovazione Tecnologica (FIT). Questo strumento prevede che tra le imprese che ne fanno richiesta i sussidi vengano assegnati ai progetti di ricerca più promettenti, in base al giudizio di un comitato tecnico. Dopo essere stato riorganizzato, il FIT ha iniziato a funzionare regolarmente dall’ottobre 2001. Nel marzo 2002, però, i finanziamenti del FIT furono inaspettatamente interrotti per mancanza di fondi. In quella circostanza, tuttavia, alle imprese fu ancora consentito di presentare domanda, nella convinzione che l’interruzione dei finanziamenti avesse caratteristiche di breve durata. In realtà i problemi di finanziamento perdurarono: la presentazione delle domande fu sospesa nel gennaio 2003; la valutazione delle domande in sospeso fu ripresa solo alla fine del 2007.

In questo lavoro, l’interruzione inattesa dei finanziamenti è utilizzata per la stima dello scenario controfattuale. Viene confrontato, infatti, il comportamento delle imprese che hanno ricevuto il sussidio immediatamente prima dell’interruzione del finanziamento con quello delle imprese che, avendo fatto domanda nel periodo immediatamente successivo, non fruirono però dell’agevolazione.

I risultati - ottenuti attraverso l’utilizzo della metodologia della Regression Discontinuity Design - mostrano che l’efficacia del FIT, misurata attraverso gli investimenti in capitale fisico e in capitale intangibile, è stata modesta. Risultati simili si ottengono anche per le imprese che tipicamente hanno una maggiore probabilità di essere soggette a fenomeni di razionamento del credito (come le PMI e quelle per cui il costo del finanziamento privato è più elevato).

Pubblicato nel 2015 in: Industrial and Corporate Change, v. 24, 6, pp. 1285-1314

Testo della pubblicazione