N. 766 - Gli effetti dell’immigrazione poco qualificata sull’offerta di lavoro femminile

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di Guglielmo Barone e Sauro Mocettiagosto 2010

Questo lavoro studia se l’offerta di lavoro delle donne italiane abbia risposto alla maggiore presenza di lavoratrici straniere, una presenza che può aver accresciuto la competizione nel mercato del lavoro ma anche la disponibilità di servizi domestici e assistenziali. Numerosi studi mostrano che la bassa offerta di lavoro femminile in Italia riflette anche i costi elevati e la difficoltà di reperimento di tali servizi; le donne italiane, anche quelle occupate, dedicano alle attività domestiche una quantità di tempo ampiamente superiore a quelle registrate negli altri principali paesi europei. Vi è inoltre ampia evidenza che le lavoratrici straniere, soprattutto di alcuni specifici paesi di origine, tendano a concentrarsi nei servizi alle famiglie. Pertanto la crescita dei flussi migratori determinerebbe un incremento dell'offerta di tali servizi e un abbassamento del loro costo.

Sulla base di dati relativi al periodo 2006-08 tratti dalla Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, si mostra che un incremento dell’1 per cento dell’incidenza delle donne straniere specializzate in servizi domestici sulla popolazione femminile complessiva determina un aumento medio delle ore lavorate dalle italiane di circa 20 minuti a settimana a fronte di una media di circa 33 ore. Il risultato è più forte per le donne italiane più istruite (circa mezz’ora in più) che, verosimilmente, hanno un maggiore costo-opportunità del tempo poiché ricevono in media salari più elevati.

A conferma che l’effetto stimato riflette la sostituzione di lavoro domestico delle italiane con l’acquisto di servizi per le famiglie offerti dalle immigrate si osserva che l’effetto positivo stimato per le donne italiane (1) è più marcato per quelle con figli piccoli; (2) non si estende all’offerta di lavoro degli uomini italiani, tipicamente meno coinvolti nella produzione di servizi domestici; (3) si annulla se si considera l’offerta di lavoratrici straniere non specializzate in servizi domestici. Infine l’impatto è più forte laddove l’offerta di servizi assistenziali offerti dal settore pubblico, quali la cura di bambini e anziani, è meno sviluppata.

In conclusione, questo lavoro conferma che in Italia l’offerta di lavoro femminile, soprattutto quella più qualificata, è frenata dalla limitata disponibilità di servizi domestici e assistenziali e mostra che l’immigrazione femminile, rendendo tali servizi più accessibili, può in parte compensare queste carenze.

Pubblicato nel 2011 in: Labour Economics, v. 18, 5, pp. 664-675

Testo della pubblicazione